L’11 novembre la Chiesa festeggia San Martino, vescovo di Tours, giorno in cui fu celebrato il suo funerale.
La festa di San Martino appartiene oramai alla tradizione popolare ed è diventata un bel momento di convivialità sentito in molte zone d’Italia.
Storia
Martino nacque nel 316 nella provincia romana di Pannonia (oggi Ungheria), dove il padre serviva l’Impero. Venne chiamato Martino in onore di Marte, il dio della guerra. Trascorse l’infanzia a Pavia, guarnigione paterna, e lì conobbe la religione cristiana. A dieci anni si fece catecumeno e a 12 anni fu costretto ad abbracciare la carriera militare, in virtù della legge che obbligava tutti i figli di veterani ad arruolarsi nell’esercito romano. Il suo desiderio , però, era quello di vivere nel deserto.
Fu inviato in Gallia, presso la città di Amiens, nei pressi del confine, e lì passò la maggior parte della sua vita da soldato.
L’episodio più conosciuto della sua vita è quello che narra dell’incontro con un mendicante a cui dimostrò tutta la sua generosità.
Durante una ronda, in pieno inverno, incontrò un povero seminudo e, non avendo più denari, tagliò in due il proprio mantello con la spada, donandone una metà al povero. La notte seguente, Gesù gli apparve in sogno rivestito del suo mantello che disse «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito».
Martino ricevette il battesimo nella Pasqua del 339, il suo mantello miracoloso divenne reliquia e fu conservata dai Re Merovingi.
Terminato il periodo obbligatorio di servizio militare Martino si impegnò nella lotta contro l’eresia ariana e per questo venne anche frustato e cacciato, prima dalla Francia e poi da Milano, dove erano stati eletti vescovi ariani.
Successivamente si recò a Poitiers dal Vescovo Ilario e fondò il suo monastero a Ligugé.
Nel 371, acclamato dai cittadini, divenne vescovo di Tours.
Morì l’8 novembre del 397 a Candes-Saint-Martin e le sue esequie ebbero luogo l’11 novembre a Tours.
Tradizioni
A San Martino sono tutt’oggi dedicate molte tradizioni e proverbi popolari sia in Italia che all’estero. Qui ve ne elenchiamo alcuni raccontandovi la loro origine.
«L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochinino»
L’estate di San Martino è chiamato quel periodo, intorno alla prima decade di Novembre, caratterizzato da un ritorno di bel tempo, dovuto, secondo la leggenda, alla volontà di Dio per ricordare il nobile gesto del Santo, che donò metà del suo mantello al povero seminudo.
Nei paesi anglosassoni viene chiamata Indian Summer.
«A San Martino ogni mosto diventa vino»
In molte regioni d’Italia l’ 11 novembre si festeggia San Martino degustando vino novello accompagnato da castagne arrosto.
Questa tradizione è rievocata anche in una poesia di Giosuè Carducci, San Martino:
La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor dei vini
l’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.
«Oca, castagne e vino, tieni tutto per San Martino»
In alcune regioni del Nord Italia e in alcuni stati Europei (Svezia, Germania, Boemia, Danimarca…) è tradizione mangiare l’oca nei giorni di San Martino.
La leggenda narra che San Martino non volendo accettare la nomina a vescovo si nascose in un’aia piena di oche, ma il rumore fatto da queste rivelò il suo nascondiglio alla gente che lo stava cercando e così dovette accettare e diventare vescovo.
«Fare San Martino»
Nel nord Italia, specialmente nelle aree agricole della pianura Padana “fare San Martino” significa “traslocare”.
L’origine risale a qualche anno fa, quando l’anno lavorativo dei contadini terminava agli inizi di novembre, momento in cui i lavori nei campi erano conclusi e i contratti dei contadini scadevano. Nel caso in cui al contadino non veniva rinnovato il contratto per l’anno successivo, egli doveva lasciare la casa messa a disposizione dal datore di lavoro e spesso la data prescelta per il trasloco era l’11 novembre.
Perché San Martino è il patrono dei mariti traditi?
Sono varie le ipotesi perché San Martino è diventato il patrono dei “cornuti”.
Un’ipotesi è che una volta l’ 11 novembre, si svolgevano le fiere più importanti di “animali con le corna”, mucche, buoi, tori, capre, montoni . Secondo un’altra ipotesi, anticamente, si celebravano, proprio a novembre, 12 giorni di sfrenata festa pagana, di tipo carnevalesco, durante i quali avvenivano spesso gli adulteri. I mariti traditi venivano fatti oggetto di scherno e di una vera caccia, sia pur simulata, nella quale venivano braccati e derisi da schiere di ragazzi.
Arte
A San Martino è dedicata la prima cappella, a sinistra, della basilica inferiore di San Francesco d’Assisi.
Fu finanziata e voluta dal cardinale Gentile Partino da Montefiore e affrescata da Simone Martini nel 1313-1318 .
I dieci affreschi sulla vita di san Martino raffigurano:
– San Martino divide il mantello con il povero
– L’apparizione di Cristo e angeli in sogno a san Martino
– L’investitura di san Martino a cavaliere
– La rinuncia di san Martino alle armi
– La visita all’imperatore il cui trono si incendiò
– La resurrezione di un fanciullo ad opera del santo
– La messa miracolosa in cui angeli coprirono le braccia del santo sprovviste di mantello (donato ad un povero)
– Il sogno di sant’Ambrogio durante la messa in concomitanza con la morte di san Martino
– La morte di san Martino
– I funerali di san Martino