La Presentazione di Gesù al Tempio 2 febbraio

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La Presentazione di Gesù al Tempio è una vicenda della vita e dell’infanzia di Gesù che è riferita nel Vangelo secondo Luca esattamente al punto 2,22-39. Il vangelo secondo Matteo invece non menziona affatto questo episodio importante della vita di Gesù. Il Vangelo di Luca racconta che Maria e Giuseppe decisero di portare il Bambino al Tempio di Gerusalemme 40 giorni dopo la sua nascita per «consacrarlo» a Dio.

Questa era difatti un’usanza ricorrente prescritta per tutti i figli maschi primogeniti in rispetto al comando che troviamo in Esodo (13, 2.11-16). Questa si celebra ancor oggi per gli ebrei e consiste nel riscatto del bambino mediante un’offerta.

Contemporaneamente la madre dell’infante doveva compiere l’offerta prescritta dal Levitico per la sua purificazione (12, 6-8). Maria e Giuseppe, durante la visita, incontrarono lungo la strada Simeone, a cui era stato predetto che non sarebbe morto prima di incrociare il Messia.

Simeone elogiò il Signore con le parole ora note come il Nunc dimittis, o anche Cantico di Simeone, nelle quali rivela che il Bambino sarebbe diventato la luce per le nazioni e gloria di Israele ma anche motivo di contraddizione.

Simeone profetizzò la sofferenza di Maria. Il Vangelo racconta anche le profezie messianiche della profetessa Anna, un’ottantaquattrenne vedova che, trovatasi nel Tempio, riconobbe anch’essa il bambino come il messia. Al termine della presentazione la famiglia rientrò a Nazaret.

Fonti storiche

Dalle fonti storiche non tutto troverebbe riscontro. Alcuni dettagli della vicenda potrebbero non essere storici come sottolineato da Ortensio da Spinetoli. Probabilmente rielaborati con fini teologici. Simeone sorprendentemente riconosce il Messia all’età di quaranta giorni e vede le sue future sofferenze. Giovanni il Battista dubiterà del ruolo messianico di Gesù fino alla fine dei suoi giorni.

La figura della profetessa Anna richiama quella della madre del profeta Samuele e la sua età è frutto verosimilmente di un calcolo artificiale, difatti è la stessa di Giuditta. Ritroviamo una grande somiglianza anche con il pellegrinaggio che è presente nell’offerta del bambino a Dio compiuto anch’esso dai genitori del profeta Samuele presente in 1Sam2, 18-21.

Il racconto del rientro a Nazaret nel Vangelo di Luca risulta in opposizione al Vangelo di Matteo, che invece pone il passaggio a Nazaret al ritorno dalla fuga in Egitto. Alcuni teologi ritengono che l’intento di Luca non fosse quello di indicare un esatto riferimento temporale del viaggio a Nazaret. Piuttosto quello di comunicare che Maria e Giuseppe erano ebrei osservanti ed eseguivano le prescritte pratiche religiose.

Gesù al Tempio e il suo significato teologico

Per Luca la presentazione di Gesù al Tempio ha un puntuale significato teologico. Difatti per la purificazione della madre e l’offerta del primogenito, non era indispensabile andare al Tempio di Gerusalemme. Queste celebrazioni potevano essere compiute in tutto il Paese davanti a un sacerdote qualsiasi. Mentre l’incontro con Simeone e Anna mostra la realizzazione della profezia di Malachia.

Simeone percepisce che Gesù è il messia tanto atteso, venuto per tutti i popoli del mondo, non soltanto per Israele. Il messia sarà però segno di contraddizione, dividerà Israele e non sarà riconosciuto come il messia.

Per quanto riguarda la Chiesa cattolica Maria non avrebbe avuto bisogno di essere purificata. Difatti Maria è ritenuta dalla Chiesa cattolica Theotokos, “tutta santa”. Tuttavia in segno di obbedienza ai precetti religiosi ebraici si assoggetta ugualmente in segno di umiltà al rito.

Alcuni teologi ritengono che la profezia nei confronti di Maria non si riferirebbe al dolore, ma alla divisione interiore. Maria compresa la missione di Gesù avrebbe vacillato tra la fede e il dubbio. I teologi della Chiesa hanno tuttavia identificato il significato della spada citata da Simeone come l’immagine del dolore che Maria avrebbe subito all’epoca della Passione del Cristo.

Rievocare la presentazione al Tempio di Gesù disegna l’inizio della tradizione cristiana di presentare i neonati al Signore domandando la sua benedizione. Il battesimo rappresenta per le chiese il momento fondamentale per entrare a far parte del popolo di Dio. Nella chiesa cristiana ortodossa battesimo, cresima ed eucarestia vengono celebrate tutte assieme all’interno della “Divina Liturgia” ovvero la Santa Messa.

Festività liturgica

Nella tradizione della Chiesa cattolica la presentazione al Tempio è diventata una festa liturgica chiamata popolarmente Candelora. Questa festa viene celebrata il 2 febbraio.

Autore: Franco Collodet

Sociologo e scrittore. Studi specialistici in Scienze Storico-Antropologiche delle Religioni. Master presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini. Esperto dei cammini religiosi in Europa e in Medio Oriente.