Il 17 ottobre 1979 il comitato per l’assegnazione del Premio Nobel fece una scelta ritenuta allora particolare e che ancora oggi risulta eclatante: consegnare il premio a Madre Teresa di Calcutta, la religiosa di origini albanesi che tanto fece per i più bisognosi.
Nata Anjeze
Gonxhe
Bojaxhin
nel 1910 a Skopje (Albania), è stata una religiosa cattolica che
prese il nome di Maria Teresa, poi conosciuta in tutto il mondo come
Madre
Teresa
di
Calcutta,
dal nome della città in cui passò buona parte della sua vita,
adoperandosi per aiutare i più poveri e bisognosi.
Rimasta
orfana di padre, a soli diciotto anni prese i voti entrando a far
parte delle Suore di Loreto, come aspirante, un gruppo di religiose
che si occupava di fare attività missionaria in India, paese che
raggiunse nel 1929. Trascorse i primi due anni a Darjeeling a
studiare inglese e bengalese, svolgendo anche il ruolo di insegnante
e di aiuto infermiera, attività che le fece comprendere a pieno con
la reale vita dei più poveri e malati. Assunse il nome di Maria
Teresa nel 24 maggio 1931, data in cui prese i voti temporanei.
Trascorse i
successivi 17 anni a Calcutta (tranne un rientro a Darjeeling nel
1937 per prendere i voti perpetui e il nome di Madre Teresa), dove
insegnò in un collegio cattolico, senza potersi allontanare dal
convento, come voleva la regola delle Suore di Loreto. Prese però
sempre più coscienza delle terribili condizioni di vita presenti
negli slum della città. Nel 1944 fu nominata direttrice delle scuola
in cui insegnava, mentre il convento di Entally veniva trasformato in
un ospedale militare britannico a causa della guerra, fino al
1945.
Tornando verso Darjeeling per rinchiudersi in 10 giorni di
preghiere spirituali, Madre Teresa ebbe la “chiamata nella
chiamata”, viaggiando a contatto con quei bisognosi il cui stato
non mancava mai di smuoverle l’animo. Il Signore la chiamava a
“rinunciare alla vita tranquilla all’interno della mia
congregazione religiosa per uscire nelle strade a servire i poveri”.
Seguendo quello che riteneva un ordine più che un consiglio,
convinse le consorelle e le autorità ecclesiastiche reticenti a
lasciarla vivere da sola. Una “lotta” che vinse in due anni di
richieste e contrasti, purché non abbandonasse la vita religiosa.
Nel 1948, Madre Teresa iniziava quindi la sua opera di carità tra i
“più poveri dei poveri”, e nello stesso anno acquisiva la
cittadinanza indiana, sancendo il suo legame con quella popolazione.
In capo a due anni, fondò l’ordine delle Missionarie
della carità,
all’inizio un semplice gruppo di ragazze a lei devote (alcune delle
quali ex-studenti), che nel tempo crebbero di numero, iniziando ad
occuparsi di zone sempre più vaste. Per tutta la sua vita Madre
Teresa di Calcutta portò avanti la sua battaglia, arrivando ad
affrontare anche il terribile male della lebbra, ai tempi ancora
presente, impegnandosi anche ad aiutare le persone guarite a
reinserirsi nel mondo del lavoro, oltre a fornire aiuto agli orfani e
ai bambini abbandonati.
Quaranta
anni fa, nel giorno11
dicembre 1979,
Madre
Teresa di Calcutta
ricevette ad Oslo in Nobel
per la pace,
proprio come riconoscimento delle numerose opere di carità da lei
svolte e sviluppate negli anni. In quell’occasione, si schierò con
forza contra l’aborto, definendolo “distruttore di pace” e
ricordando che per la religione cattolica si tratta di omicidio che
la madre commette contro il proprio figlio. Ricordò anche i milioni
di bambini dell’Africa, destinati a morire di fame o malnutrizione.
E concluse ricordando che un buon modo per combattere l’aborto è
l’adozione, che per prime le Missionarie
della carità
aiutavano a portare avanti, creando una rete tra ospedali, cliniche e
stazioni di polizia, e portando quei bambini in molte famiglie che ne
erano prive, donandogli una casa.
Tra le motivazioni per
l’assegnazione del premio, furono riconosciuti a Madre
Teresa di Calcutta
impegno per i più poveri tra i poveri e il rispetto e la dignità
che conferiva ad ogni singolo individuo, e a sottolineare come ciò
fosse vero, la donna volle devolvere i 6000 dollari di fondi per il
vincitore del premio fossero devoluti ai poveri di Calcutta, sempre
nel suo cuore, perché “le ricompense terrene sono importanti solo
se utilizzate per aiutare i bisognosi del mondo”.
Madre Teresa morì a Calcutta, il 5 settembre del 1997, e fu seppellita nella Casa Madre dell’ordine da lei fondato, tanti anni prima, tra l’amore di numerosi adepti e fedeli. Nel 2003 fu beatificata da Giovanni Paolo II, a soli due anni dalla sua morte, ma bisognò aspettare il 2016 e l’intervento di papa Francesco per vederne sancita la canonizzazione.