Ogni anno il 22 giugno ad Assisi si festeggia il voto di Santa Chiara, è una commemorazione annuale della liberazione del monastero di san Damiano e di tutta la città di Assisi dalle minacce delle truppe saracene grazie alla potente preghiera di intercessione di una delle più belle figlie di Assisi: Chiara degli Offreducci.
Viene tramandato dalle fonti Francescane l’episodio mostrando la sconfinata fiducia che Santa Chiara riponeva abitualmente nel suo Signore: invito valido ancora oggi a confidare sempre nella vicinanza di Colui che ha promesso di restare con noi fino alla fine del mondo perché è l’Emmanuele, il Dio-con-noi.
Il cuore di Chiara, non accontentandosi di ottenere la sola protezione e sicurezza per le proprie sorelle, si sentì in dovere di intercedere presso Cristo, presente sacramentalmente nella santa Eucarestia, affinché tutta la città di Assisi fosse protetta e liberata, miracolo che ottenne per divina concessione come si ricorda ogni anno, il 22 giugno, con una serie di momenti celebrativi.
Questo quanto riportato ufficialmente dalle Fonti Francescane: “In altro tempo Vitale d’Aversa, uomo assetato di gloria e coraggioso in battaglia, guidò l’esercito, di cui era capitano, contro Assisi. (…) Quando lo venne a sapere Chiara, serva di Cristo, fu scossa da profondo dolore e, chiamate a sé le sorelle, disse: ‘Da questa città riceviamo ogni giorno molti beni, carissime figlie: sarebbe grande empietà non portarle soccorso, come possiamo, ora che è il momento opportuno’. Comanda di portare della cenere, comanda alle sorelle di scoprirsi il capo. E lei per prima, scopertosi il proprio, lo cosparge di molta cenere; poi depone la cenere sulla testa delle altre. ‘Andate dal Signore nostro – dice – e domandategli con tutto il cuore la liberazione della città’. (…) Dio misericordioso, il mattino seguente, dà con la tentazione, anche la via d’uscita: in modo che, tutto disperso l’esercito, anche quell’uomo superbo è costretto ad andarsene, contrariamente ai suoi disegni, e a smettere di tornare oltre quella terra”.