In un Lunedì dell’Angelo che avrebbe dovuto custodire il silenzio dolce della Risurrezione, il mondo si è svegliato invece con una notizia che ha trafitto il cuore dei credenti e non solo: Papa Francesco è tornato alla Casa del Padre.
Nella mattina del 21 aprile 2025, Francesco — il Papa venuto “dalla fine del mondo”, che con il suo sorriso mite e la sua parola semplice ha saputo parlare al cuore di chiunque — ha concluso il suo pellegrinaggio terreno. Proprio nel tempo pasquale, tempo di rinascita e promessa di vita, il suo cammino si è compiuto, quasi a volerci ricordare che per chi crede, la morte non è un addio, ma solo un passaggio.
Il suo pontificato, iniziato nel 2013, è stato un vento di cambiamento e misericordia. Con coraggio e tenerezza, Papa Francesco ha saputo abbattere muri e costruire ponti, richiamandoci continuamente all’essenziale: il Vangelo vissuto, la carità concreta, la Chiesa come madre accogliente, non tribunale di condanna. La sua voce si è alzata forte contro ogni guerra, contro le ingiustizie, contro un mondo che troppo spesso dimentica i poveri, gli ultimi, gli scartati.
Fino all’ultimo respiro, nonostante la salute affaticata, Francesco non ha mai smesso di seminare speranza. Solo poche ore prima di lasciarci, nella domenica di Pasqua, aveva salutato il mondo con parole semplici ma luminose, richiamando tutti alla pace e al coraggio, in un tempo storico ancora segnato da divisioni e conflitti.
Ora, nella quiete che segue il suo addio, il dolore si intreccia alla gratitudine. Non resta solo il vuoto, ma anche l’eredità viva del suo esempio, delle sue encicliche, dei suoi gesti umili: i piedi lavati ai detenuti, le lacrime asciugate ai migranti, le mani tese a chi era rimasto indietro.
E proprio in questo tempo di Pasqua, quando la Chiesa canta il mistero della vita che vince la morte, la sua scomparsa assume un significato ancora più profondo: Francesco ci lascia, sì, ma la sua testimonianza resta, e continua ad indicarci la strada. Non una via di potere o successo, ma quella della semplicità, del servizio, dell’amore che trasforma.
Oggi il mondo intero piange, ma la fede sussurra che il suo cammino non si è interrotto, si è solo compiuto. Ed è bello pensare che ora, proprio lui che per tutta la vita ha cercato il volto di Dio tra gli uomini, possa finalmente contemplarlo nella pienezza, nella pace senza fine.