Vincenzo de’ Paoli è stato per eccellenza il santo della carità, una personalità che non si finisce mai di scoprire, nacque nel sud della Francia, anche se alcune fonti ritengono sia nato nel nord della Spagna, mentre le sue origine appaiono radicate in Occitania. Celebri alcune sue frasi come: << la carità quando dimora in un’anima occupa interamente tutte le sue potenze, nessun riposo, è un fuoco che agita continuamente, tiene sempre in esercizio, sempre la persona una volta che ne è infiammata>>.
Spinto da grande carità fu il fondatore di numerose congregazioni religiose è considerato il grande riformatore della chiesa. Di famiglia umile contadina il padre lo mando al collegio dei francescani con la speranza di farlo studiare e mantenere la famiglia. Non immaginava che sarebbe rimasto in convento per tre anni manifestando una fortissima vocazione apostolica ricevendo la tonsura, gli ordini sacri consacrandosi a Dio, indossando la tonaca con il taglio di cinque ciocche di capelli arrivando alla chierica, che rappresenta la rinuncia simbolica al mondo.
Ordinato sacerdote il 23 settembre del 1600 entrò nella Compagnia del Santissimo Sacramento. In viaggio nel sud della Francia su catturato da pirati di schiavi e portato in Tunisia. Liberatosi dalla prigionia tornò in Francia diventando prima cappellano, poi insegnante di catechismo dando aiuto spirituale ai poveri ed incontrando in questo cammino Francesco di Sales. I suoi modi caritatevoli attirarono l’attenzione di Luigi XIII di Francia che lo scelse come consigliere. A Parigi Vincenzo ha il primato di assistere alle vittime della guerra di religione.
Nel 1625 forma il primo nucleo della Congregazione della Missione, chiamati poi Lazzaristi, nel 1633 fonda la città dei poveri dando vita alla congregazione le Figlie della Carità. Diede sostegno alle persone del Ducato di Lorena e Ducato di Bar.
Vincenzo viveva un umanesimo cristocentrico che consisteva nel ricalcare il più possibile su di sé e negli altri l’umanità di Cristo, indicatore del principio dell’azione missionaria.
Creando “il piccolo metodo” indica tre fasi di semplificazione dell’esposizione orale, chiara ed adatta a qualsiasi interlocutore. Questo “piccolo metodo” era il metodo di Cristo e degli apostoli, ed anche di molti religiosi canonizzati come ad esempio Filippo Neri e Francesco di Sales. Non utilizzare questo metodo per Vincenzo significava minare la vita del missionario, perciò impose questo metodo rivoluzionando e rinnovando la sua predicazione. Dalle sue parole diceva: Se un uomo vuole passare per un buon predicatore in tutte le chiesa di Parigi ed alla corte, bisogna che predichi in questo modo senza esibizione, perché un vero predicatore deve utilizzare esempi familiari.
Introdusse la prima forma di assistenza sociale che si sorreggeva sulla divisione dei poveri in tre categorie:
- bambini, vecchi, gli storpi e gli infermi;
- coloro che lavorando guadagnavano solo la metà del necessario;
- coloro che potevano guadagnare solo un quarto del necessario.
Oltre a questo si schierò per avere migliori condizioni nelle galere riuscendo ad ottenere miglioramenti.
Morì il 27 settembre del 1660 e fu sepolto nella chiesa di san Lazzaro ,poi in una cripta scavata nella chiesa di Saint – Denis al centro del coro.
Fu proclamato beato da Papa benedetto XIII il 13 agosto del 1729 e canonizzato otto anni dopo da Clemente XII. Attualmente il suo corpo si trova nella Cappella dei Lazzaristi a al numero 95 di rue de Sèvres a Parigi.
Molte sono in Italia le chiese a lui dedicate, a Milano, Napoli, Bologna, Cagliari, Caserta e Brindisi, venerato ed amato da tutta la popolazione.
Don Vincenzo