La misericordia di Dio è uno dei doni più preziosi di cui può beneficiare l’umanità che vive continuamente l’esperienza del limite, della fragilità, insieme a quella della grazia e della libertà.
La festa del “Perdono di Assisi” o “Indulgenza della Porziuncola” è la celebrazione di questo amore infinito del Padre che si fa incontro all’uomo peccatore pentito e redento da Cristo, per infondere in lui la grazia.
Con il sacramento della riconciliazione i peccati sono perdonati, ma la colpa e quindi la pena permangono; per questo la Chiesa, istituita da Cristo quale strumento di salvezza per ogni uomo, in virtù del potere di legare e sciogliere accordatole dal Signore, dona ai suoi figli la possibilità di ricevere in occasioni particolari l’indulgenza plenaria cioè la completa remissione delle pene temporali (CCC nn. 1478-1479).
E’ così che la veste bianca, ricevuta come simbolo nel giorno del Battesimo, ritorna bianca come la neve e il cristiano può camminare con cuore sincero e libero verso la vita eterna. Poiché i nostri cari defunti sono membri della comunione dei santi, possiamo aiutarli nella purificazione ottenendo per loro l’indulgenza (CCC 1498).
Le Fonti Francescane riportano che una notte del 1216 Francesco si trovava in Porziuncola raccolto in preghiera quando una luce inondò quel luogo santo e Cristo apparve sopra l’altare assieme alla Vergine Maria e ad una moltitudine di Angeli. Cristo domandò a Francesco, che aveva tanto pregato per la salvezza delle anime, quale dono volesse chiedere per loro e prontamente il frate rispose: “Ti prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, ottengano ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”. Cristo accordò il dono, a condizione che Francesco domandasse tale indulgenza al papa in qualità di vicario del Signore. Tale richiesta poteva sembrare folle per una chiesetta che era stata riparata dai frati ma non era neanche consacrata; tra l’altro la richiesta di Francesco prevedeva un’Indulgenza senza offerte (una cosa mai successa prima nella Chiesa cattolica!), in un tempo in cui il lucro era una parte fondamentale di questa pratica e “la piena remissione della pena e della colpa in cielo e in terra, dal giorno del Battesimo” (quindi un’indulgenza plenaria); inoltre, i vescovi temevano che ciò avrebbe ridotto drasticamente i pellegrinaggi in Terra Santa (unico luogo in cui si poteva ottenere l’Indulgenza plenaria) e a Roma.
Nonostante tutto, in obbedienza al Signore e alla Chiesa, il santo frate partì subito alla volta di Perugia dove si trovava papa Onorio III appena eletto pontefice dal conclave, il quale diede il suo consenso; fu così che il 2 agosto 1216, insieme ai Vescovi dell’Umbria, Francesco annunciò al popolo cristiano questo privilegio ricevuto dal Papa dicendo: “Fratelli, voglio mandarvi tutti in paradiso!”, e in quello stesso giorno venne consacrata la chiesa della Porziuncola dedicandola a S. Maria degli Angeli.
Nel 1622 papa Gregorio XV estese il Perdono di Assisi a tutte le chiese francescane e poi a tutte le cattedrali e infine a tutte le chiese parrocchiali, perché potesse realizzarsi per tutti i cristiani il grande desiderio di salvezza di Francesco d’Assisi.
Papa Benedetto XV il 16 aprile 1921 concesse l’Indulgenza in Porziuncola tutti i giorni dell’anno anziché nel solo giorno del 2 agosto come pronunciato da papa Onorio III.
Paolo VI, nella Lettera Apostolica “Sacrosancta Porziuncolae Ecclesia” del 14 luglio 1966, in occasione del 750° anniversario dell’Indulgenza della Porziuncola ha nuovamente confermato il dono ricevuto da Onorio III, con l’augurio che cresca il numero di pellegrini che giungono da tutto il mondo e che essi conservino le disposizioni alla pietà e alla penitenza.
E’ quindi possibile “lucrare” l’Indulgenza plenaria, per sé o per un defunto, presso la Porziuncola tutti i giorni dell’anno (una volta al giorno), mentre dal mezzogiorno del 1 agosto fino alla mezzanotte del 2 agosto la festa del Perdono di Assisi si estende alle chiese parrocchiali e francescane di tutto il mondo.
Ovviamente, per ricevere l’indulgenza è necessario che il fedele si trovi nella migliore disposizione d’animo, aiutato dai sacramenti e dalla preghiera; in particolare occorre che abbia:
- ricevuto l’assoluzione per i propri peccati attraverso la Confessione (8 giorni prima o dopo la festa);
- partecipato alla messa e alla comunione eucaristica (nello stesso arco di tempo indicato per la confessione);
- visitato la chiesa della Porziuncola o una chiesa francescana o parrocchiale;
- recitato il Credo, cioè la professione di fede che è segno dell’identità del cristiano;
- recitato il Padre Nostro, per riaffermare la propria dignità di figlio di Dio ricevuta nel Battesimo;
- recitato una preghiera secondo le intenzioni del Papa, per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa cattolica.
Il giorno in cui Francesco ottenne l’Indulgenza non portò con sé alcun documento che attestasse tale concessione, rispondendo al Papa: “Mi è sufficiente la sola vostra parola. Se è opera di Dio, deve Lui manifestare l’opera sua! Di questo non voglio altro documento; ma che soltanto sia la carta la beata Vergine Maria, Cristo sia il notaio e testimoni gli Angeli”. Per questo nelle biografie di san Francesco non si trovano testimonianze dell’Indulgenza della Porziuncola. Solo il Celano, parlando della Porziuncola riferisce un racconto che allude in modo esplicito all’Indulgenza: un frate aveva avuto una visione in cui molti ciechi stavano inginocchiati intorno alla chiesa di S. Maria degli Angeli e gemevano supplicando al cielo con le mani alzate. Ad un certo punto scese una luce dal cielo che illuminò tutti e donò a ciascuno la luce e la salvezza desiderata.
Solo più di mezzo secolo dopo l’annuncio di Francesco agli assisani, si trovano testimonianze scritte di nobili che erano presenti alla consacrazione della Porziuncola e alla proclamazione dell’Indulgenza e che danno prova dell’autenticità dell’evento, oltre a scritti di frati che ne udirono il racconto orale dalla voce di frate Leone (uno dei primi compagni di Francesco) e frate Masseo che aveva accompagnato a Perugia san Francesco.
Per mettere a tacere le voci che si opponevano alla validità del Perdono di Assisi, il vescovo del luogo, Teobaldo Pontani, il 10 agosto 1310 redasse il documento che riportava la concessione da parte del papa Onorio III e le conferme dei testimoni. Tale documento è noto come “Diploma di Teobaldo” o “Canone Teobaldino” e fu inviato da Assisi in varie parti di Italia e d’Europa, riportando il fatto che anche papa Bonifacio VIII aveva invitato i vescovi a predicare in suo nome tale Indulgenza.
La notevole affluenza di pellegrini da tutta Europa spinse a costruire una basilica in grado di accogliere i fedeli e nacque così, a partire dal 1569, la Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli che custodisce all’interno l’omonima Porziuncola. Quest’ultima reca sulla facciata un affresco riguardate l’istituzione del Perdono di Assisi mentre all’interno, dietro l’altare, vi è un polittico che raffigura l’Annunciazione ed alcuni episodi della vita di San Francesco sempre in relazione alla concessione della Indulgenza. Fu in questa piccola e umile chiesa, le cui pareti originali recano i segni del tempo ma anche tracce degli affreschi del XIV secolo, che venne fondato l’Ordine dei Frati Minori e Francesco continuamente raccomandava ai suo fratelli di non abbandonare mai questo luogo santo; qui santa Chiara ricevette l’abito monastico nella notte tra il 27 e il 28 marzo 1211, dando origine all’ordine delle Clarisse; qui si riunì il Capitolo del 1211 al quale parteciparono cinquemila frati provenienti da tutta Europa per discutere la Regola francescana; qui Francesco morì, steso sulla nuda terra, al tramonto del 3 ottobre 1226.