Le origini di questa antica tradizione in questo Comune della Val d’Orcia non sono documentate. Nonostante ciò, alcune famiglie custodiscono ancora oggi i testi di questa antica pratica, risalenti alla fine del 18esimo secolo.
Questo tipo di devozione venne introdotta dalla Compagnia di Gesù di Lima, in Perù, allora come è possibile che sia arrivata in questo piccolo centro della provincia senese? La spiegazione più probabile è legata alla Chiesa di Sant’Agata e all’Ordine Gesuita.
All’interno della Chiesa, in precedenza Convento dei Francescani, è documentata la presenza di una Compagnia dedicata al Santo basco Íñigo López de Loyola (noto in Italia come Ignazio di Loyola), tale congregazione era presente già dalla prima metà del ‘700.
La presenza di questa devozione si presume dipenda dal fatto che i giovani rampolli delle famiglie benestanti del paese, durante quegli anni frequentavano il Collegio dei Gesuiti di Montepulciano (SI) e mantenevano intatto il rispetto verso il fondatore dell’Ordine Religioso.
I racconti orali delle famiglie legate a questo particolare tipo di devozione partono sin dai primi anni dell’800 e ne ricordano i nomi, le famiglie citate sono quelle dei Santini (che per generazione sono stati sagrestani della Chiesa), dei Naldi, dei Catani, dei Mazzuoli e dei Valenti. Queste famiglie facevano parte di quella piccola borghesia composta da piccoli proprietari, commercianti e artigiani, spesso grazie alla loro cultura erano di supporto ai Sacerdoti nei vari momenti della Liturgia.
La celebrazione di questo evento avveniva con l’istallazione del “Calvario”, una quinta alta ben 7 metri, che ricopriva l’intera larghezza dell’edificio, questa costruzione è costituita dall’intreccio di rami pregiati di legno di bosso. In cima a tale allestimento venivano poste le tre croci del Golgota, unite a delle luminarie (una volta lumini ad olio, mentre oggi si utilizzano le lampadine) e al centro un incavo per ospitare il reliquiario in argento, ebano e madreperla, che custodisce al di sotto di un piccolo cristallo di rocca, un frammento della Croce di Gesù.
I Confratelli e le Consorelle della Confraternita di Sant’Agata (congrega religiosa dove erano presenti ed attivi molti membri delle famiglie borghesi della zona), inventarono questo modo di onorare le Tre Ore dell’Agonia del Cristo. Oggi, le Confraternite rimanenti (“solo “quattro) si occupano di rispettare con forte devozione le secolari tradizioni di queste terre.
In passato per assistere all’evento le famiglie contadine partivano molte ore prima dai casolari. Queste famiglie non avevano disponibilità economica per avere i testi della liturgia stampati, molte possedevano delle copie ricopiate a mano e scritte a lapis. La maggior parte di queste “copie” sono ancora conservate dalla cittadinanza.
Nella Penisola, altre comunità celebrano questa particolare devozione, ma degna di nota è Imola, si dice che proprio nella città emiliana venne introdotta nel 1786 questa pratica, anch’essa celebrata in una Chiesa dedicata a Sant’Agata.
Alla celebrazione che avviene in Spagna a Cadiz (Cadice) si deve la straordinaria opera del “Septem Verba Christi in Cruce” partorita dalla geniale mente del grande compositore austriaco Franz Joseph Haydn.