Giovedì Santo 2018 -Lavanda dei piedi di Papa Francesco a Regina Coeli
Papa Francesco celebrerà in occasione del Giovedì Santo la lavanda dei piedi per la prima nel carcere romano di Regina Coeli, nel penitenziario è tutto predisposto per l’arrivo del pontefice. Sono attesi alla messa nella Cena del Signore oltre 700 prigionieri, 12 di loro riceveranno dal Santo Padre la lavanda dei piedi. Sono 12 detenuti di differenti nazionalità, culture, fedi e tradizioni, scelte per non creare separazioni e distinzioni tra confessioni religiose. Accumunati dall’avere grande ammirazione per Papa Francesco, che considerano coraggioso.
Non solo cattolici ma anche ortodossi, protestanti, buddisti, musulmani, in rappresentanza di tutti i detenuti rinchiusi che fanno parte della popolazione del carcere romano. La regia dell’evento è a cura di padre Vittorio Trani, un parroco di 74 anni che si prende cura dei carcerati dalla fine degli anni ’70. Nel penitenziario da molto tempo si sta organizzando l’evento che coinvolge tutti e dove oltre il 60% della popolazione carceraria è rappresentata da stranieri.
Il programma del Giovedì Santo comincia alle 16 con la messa all’interno della struttura carceraria nella sala centrale, dove verrà allestito l’altare per ospitare molte più persone di quante non ce ne siano quando si celebra la messa domenicale.
Padre Vittorio Trani orgoglioso di aver organizzato questo evento ha avuto il sostegno dei carcerati che vedono in Francesco un uomo capace di comprendere cosa si cela nell’animo umano e nei sentimenti di un detenuto. Nel programma dopo la messa è prevista la visita all’infermeria dove sono rinchiusi coloro che hanno commesso reati particolarmente efferati ed hanno bisogno di essere protetti.
Silvana Sergi direttrice della casa circondariale si occuperà dei saluti finali e della consegna di un omaggio al Papa con una pubblicazione di poesie scritte dai detenuti.
La visita del Santo Padre all’interno di un carcere non è inconsueta, è già stato nel carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma nel 2013 e dopo due anni nel casa circondariale di Rebibbia.