LA CHIESA LUTERANA TEDESCA NEL 5° GIUBILEO DELLA RIFORMA
GIUSTIFICAZIONE E LIBERTA’: il messaggio evangelico del perdono universale di Dio, della conseguente libertà del cristiano e della liberazione dell’uomo di ogni epoca. Parte prima.
Se la chiesa cattolica romana e la federazione mondiale delle chiese luterane hanno commemorato i 500 anni della Riforma rileggendo insieme le rispettive storie di riforma e puntualizzando i risultati di 50 anni di dialogo ecumenico con il documento “Dal conflitto alla comunione”(2013), il Consiglio della chiesa luterana di Germania, con il documento “Giustificazione e libertà” (2015) (1), ha voluto ripresentare il messaggio sempre attuale della Riforma come speranza universale del perdono gratuito e immeritato di Dio, nonché dono di liberazione e di libertà per tutti gli uomini del 21° secolo. L’idea di libertà che ha segnato l’epoca moderna dell’Occidente ha trovato una spinta iniziale proprio nella Riforma protestante. Ma quella di Lutero era una libertà donata dall’Alto per aprire l’uomo al servizio del prossimo e della comunità, non certo per chiuderlo nel cerchio egoistico e peccaminoso dell’io. Dio stesso in Cristo rifonda la dignità e la libertà della persona a prescindere dalla sua posizione sociale, ricchezza, cultura e nazionalità. Con la riforma evangelica di Lutero la chiesa cristiana non è più mediatrice attiva della salvezza. Quest’ultima invece viene comunicata dal solo Gesù Cristo e solo mediante la Sua Parola, accolta con fede. Tuttavia la chiesa resta comunità di salvezza resa capace dallo Spirito di delimitare, con il canone biblico da lei fissato, la Parola che salva e di custodirla indefettibilmente.
Quella di Lutero è dunque una profonda riforma mistica, spirituale ed ecclesiale capace di suscitare nel tempo quella libertà di coscienza civile e religiosa che caratterizza ancora oggi l’Occidente moderno. D’altra parte la Riforma resta anche ora un cantiere aperto. Un cantiere impegnato: anzitutto a superare barriere ed esclusioni confessionali; poi a reagire alle sfide dell’ateismo e della scristianizzazione; a eliminare le barriere culturali e le discriminazioni di genere tra gli uomini e infine a superare quel vero e proprio peccato d’origine che fu l’antigiudaismo di Lutero. Ma la vera sfida capitale per tutte le chiese cristiane è quella costituita dalla perdita, negli uomini di oggi, della percezione del male come peccato. Cioè dalla perdita, non solo della falsa relazione moralistica del complesso di colpa verso Dio, ma della stessa relazione fondamentale con Dio.
A questo punto il documento intende riformulare in termini attuali la sostanza della fede cristiana secondo la confessione luterana mediante cinque concetti fondamentali:
- La redenzione universale da ogni peccato dell’umanità è opera del solo Gesù Cristo, senza alcuna cooperazione umana (es. della chiesa, di Maria, dei santi o di ogni cristiano)
- Dio in Cristo ci ama e ci perdona per sola sua grazia, sovrana e libera, senza alcun nostro merito
- Dio in Cristo ci salva con la sola forza della sua Parola. Tale Parola è presente solo nella comunità cristiana che la predica autorevolmente, assistita dallo Spirito Santo. La chiesa è dunque custode e annunciatrice della Parola che salva, ma non mediatrice attiva, né sacramento della salvezza.
- La Parola di Dio è contenuta nella Sacra Scrittura, intesa come segno e strumento efficace della salvezza, custodito dalla chiesa. Essa è regola superiore del magistero e della tradizione della chiesa. La Parola di Dio è infatti chiara e comprensibile facilmente ad ogni cristiano che può e deve leggerla con fede (autoevidenza delle Scritture). “La verità della Scrittura si manifesta interamente da sé ed è perciò non meno evidente del colore di una cosa bianca o nera, del sapore di una cosa dolce o amara”(2). Ogni cristiano è personalmente in grado di comprendere i testi biblici, perciò “per i riformatori non è necessaria alcuna autorità della chiesa come garante della corretta spiegazione della Scrittura” (p. 78).
- Dio in Cristo ci salva solo attraverso la fede personale, suscitata dallo Spirito Santo, non dalla libera iniziativa dell’uomo. “Nella fede l’uomo accetta che Dio, nonostante tutto, lo ha accettato…
I riformatori si sono opposti all’idea di considerare la fede una libera decisione dell’uomo, per timore che questa sia considerata l’opera buona che l’uomo deve compiere per essere giustificato … Se l’uomo ascolta la Parola, allora essa autentica se stessa davanti all’uomo (p.85-86). “Per se stessa la Parola deve soddisfare il cuore, circondare e toccare l’uomo in modo che egli, come preso dall’interno, sente quanto è vera e giusta, anche quando il mondo intero, tutti gli angeli, tutti i principi del mondo dicessero diversamente, anzi, anche se Dio stesso dicesse diversamente”.