Oggi, in occasione del 1600esimo anniversario dell’arrivo delle spoglie nella città di Ancona, parliamo di San Ciriaco, Vescovo Cattolico ucciso il Primo Maggio 363 durante l’Impero di Flavio Claudio Giuliano.
Nato a Gerusalemme da Simeone e Anna, con il nome di Giuda, si sa abbastanza poco della sua vita e sono presenti molte versioni discordi. La più condivisa sostiene che il Santo era precedentemente Rabbino presso una locale Sinagoga. Nel 326 l’Imperatrice Flavia Giulia Elena (venerata dai Cristiani come Santa Elena Imperatrice), madre dell’Imperatore Costantino I, noto perchè promulgò l’Editto di Milano che dopo secoli di repressione stabiliva la libertà di credo, si recò nella Città Santa per cercare la Croce dove Gesù Cristo venne crocefisso.
L’Imperatrice venne a sapere che il Rabbino Giuda, nipote di Zaccheo, era a conoscenza del luogo dove la Croce era seppellita, l’uomo però era restio a rivelare informazioni così importanti, venne lasciato per ben sei giorni in una cisterna vuota in totale digiuno, dopo questa tortura, Giuda disse all’Imperatrice tutto ciò che sapeva. Il 3 maggio 326, data in cui la Vera Croce venne rinvenuta, il Santo si convertì al Cristianesimo e venne battezzato (alla presenza dell’Imperatrice Elena) dal Vescovo di Gerusalemme Macario, che lo rinominò Ciriaco (dal greco “dedicato al Signore”). Per questo avvenimento Ciriaco viene anche ricordato come “inventor Crucis” ovvero “ritrovatore della Croce”.
Da quel momento Ciriaco si prodigò nella diffusione della Fede Cristiana e nello studio dei Vangeli, cosa che lo portò ad essere nominato Vescovo di Gerusalemme da Papa Silvestro I nel 327.
Ben 36 anni dopo (363 d.C.) l’Imperatore Flavio Claudio Giuliano (ultimo Imperatore pagano) ne ordinò l’incarcerazione e le conseguenti torture.
La tradizione dice che il Santo subì le seguenti torture:
- la mutilazione della mano destra;
- l’obbligo ad ingurgitare piombo fuso (Ciriaco si riprese dopo due ore)
- la fustigazione;
- venne gettato in una fossa piena di serpi velenose;
- l’immersione nella pece bollente;
ed infine venne trafitto alla testa da una spada, quest’ultimo atto causò la morte dell’uomo.
Il martirio viene datato il primo giorno di Maggio alle ore otto, nella Città Santa di Gerusalemme. Anche la madre di Ciriaco venne torturata e arsa viva il medesimo giorno. Entrambi vennero sepolti ai piedi del Golgota, nelle vicinanze dove venne recuperata la Santa Croce. La Chiesa fissò la data del ricordo di San Ciriaco il 4 maggio, proprio a causa del suo rapporto legato al Ritrovamento della Vera Croce.
La città di Ancona (AN) nelle Marche ha un rapporto molto particolare con il Santo, infatti divenne Vescovo della Città, poi si recò in Palestina per un pellegrinaggio dove subì l’atroce sorte. Le spoglie del Santo vengono conservate nel Duomo di Ancona (chiamato in dialetto anconetano “el Domo de San Ceriàgo”).
Il terribile terremoto avvenuto nella città marchigiana nel 1972, fece temere anche per le spoglie del Santo, che rimasero intatte e dopo un’attenta analisi si poté confermare che il corpo aveva subito orribili torture: dal piombo fuso (che ha permesso di mantenere intatta la trachea) al colpo di spada che lo uccise.
Tutti gli anni la città di Ancona omaggia il Santo con una fiera, che si tiene dal Primo al 4 Maggio, culminante con la Processione dal Santuario a Lui dedicato (il Duomo).