Il “Romanico” si è imposto nell’arte europea a partire dai secoli XI e XII attraverso la sua espressione più imponente, l’architettura.
Il monumento principale che rappresentava il massimo splendore di questo stile architettonico, era la Chiesa, caratterizzata da un aspetto massiccio e imponente.
La tipologia di chiesa più diffusa è quella basilicale a croce composta da 3 o 5 navate e da pilastri che affiancano o sostituiscono le colonne per contrastare meglio la spinta della volta a crociera.
L’architettura romanica è molto evidente nella Chiesa di San Vittore alle Chiuse.
Situata nel comune di Genga, in provincia di Ancona, presso la gola e le Grotte di Frasassi, è circondata completamente da montagne che danno origine alla dicitura “Chiuse” per via della sua posizione “protetta”.
Sorta come Chiesa benedettina di un complesso monastico del 1007, la sua edificazione dovrebbe risalire negli anni a cavallo tra il 1060 e il 1080.
All’inizio del XIII Secolo il convento raggiunse il suo massimo splendore esercitando giurisdizione su quarantadue chiese ma dopo una lunga decadenza l’abbazia fu soppressa.
Attualmente rimangono pochi dettagli del complesso monastico ma nonostante dei pesanti restauri novecenteschi, la costruzione conserva la sua originalità.
La Chiesa presenta una pianta a croce greca iscritta in un perimetro quasi quadrato con quattro colonne che dividono la struttura complessiva in nove campate coperte da volte a crociera.
Nella campata centrale invece si trova una cupola con tiburio ottagonale, poggiante su colonne tramite pennacchi a tromba.
Sono presenti cinque absidi collocati semicircolari collocati lungo tutto il perimetro della Chiesa.
Le caratteristiche principali della facciata sono la bassa torre cilindrica e l’ alto torrione quadrangolare, le quali contribuiscono a dare un aspetto di fortezza.
L’intera Chiesa è costruita in pietra calcarea con un interno poco illuminato e spoglio, fatta eccezione per una particolare incisione, collocata a sinistra dell’altare, della quale però non si sa il significato.