Sant’ Ireneo è stato un vescovo e teologo romano, celebrato il 28 di Giugno dalla Chiesa cattolica che ortodossa.
Nato a Smirne in Asia Minore da una famiglia già cristiana, ricevette una buona formazione religiosa e teologa alla scuola di Policarpo, santo greco antico e vescovo di Smirne.
Vescovo di Lione dal 177, fu invitato a Roma dal Papa Eleuterio per dirimere delle questioni di ordine dottrinale.
Sulla sua morte, come del resto della sua stessa vita, non abbiamo numerose notizie, a parte che fu martire secondo la tradizione della Chiesa.
La sepoltura avvenne nella Chiesa di San Giovanni a Lione, più tardi chiamata di Sant’Ireneo.
Successivamente la sua tomba e i suoi resti furono distrutti nel 1562 dai protestanti francesi di confessione calvinista, gli Ugonotti, durante le guerre di religione tra cattolici e protestanti nella seconda metà del XVI secolo.
Il Vangelo predicato da San Ireneo è stato particolarmente influenzato dal suo maestro Policarpo di Smirne, che fu al suo tempo discepolo diretto di San Giovanni l’Evangelista.
Entrambi rappresentano una testimonianza importante della tradizione apostolica, in quei tempi impegnata ad andare contro il proliferare di varie eresie, ad esempio lo gnosticismo, di cui Ireneo fu un forte oppositore.
In un periodo storico caratterizzato dalla presenza dello gnosticismo cristiano e del neo platonismo, Ireneo fu il primo a tentare di elaborare una sintesi globale del cristianesimo.
Nella sua opera “Adversus haereses” a noi pervenuta per intero, viene introdotto per la prima volta il principio della successione apostolica basato sulla propagazione delle autorità degli apostoli ai successori, i vescovi, attraverso l’imposizione delle mani.
Ireneo ritiene questa rete di successione utile per preservare la parola del Signore, concentrandosi poi sulla Chiesa e in particolare sul concetto della Tradizione apostolica delle fede, guidata dallo Spirito Santo, che giunge a noi attraverso la successione dei vescovi, essendo eredi, continuatori e custodi.
Il Credo Degli Apostoli è la chiave per interpretare il Vangelo poiché gli stessi Apostoli ci hanno tramandato una fede semplice che fonda le proprie origini sulla rivelazione di Dio.
Una seconda opera è giunta a noi per intero, “Demonstratio apostolicae predicationis”, la Dimostrazione della predicazione apostolica, tradotta in armeno nel VI Secolo.