Dal 7 al 9 Settembre si terranno a Fano presso l’eremo di Monte Giove tre giornate dedicate alla condizione dell’uomo in un epoca di cambiamento tecnologico con particolare attenzione alla fede e alla spiritualità.
Per confrontarci sugli orizzonti e sui limiti di questa condizione tecnologica-umana si partirà da una semplice domanda: Quale umano per il terzo millennio?
Saranno dei momenti di riflessione su come l’essere umano si adatterà alle nuove sfide tecnologiche e su come verranno interpretate la fede e la spiritualità in questa fase di cambiamento.
Il concetto di comunità religiosa e sociale verrà cambiato o resterà immutato? Sono tutte domande e argomenti che verranno trattati in queste giornate per cercare di dare delle risposte o per rifletterci sopra.
Ad intervenire saranno Padre Alessandro Barban, Priore Generale dei Monaci Camaldolesi, Fra’ Paolo Benanti dell’Università Gregoriana di Roma e la Prof.ssa Luisa Valeriani, docente di storia dell’arte.
La costruzione dell’eremo nacque all’arrivo nella prima metà del 1500 di alcuni eremiti membri della Congregazione di Monte Corona, giunti in città per amministrare dei beni, costruendo tutto l’edificio monastico.
Nel 1700 a causa dell’instabilità del terreno fu distrutta la chiesa per essere costruita qualche metro più avanti nella sua attuale posizione.
Con le invasione napoleoniche e le leggi sull’abolizione degli Ordini religiosi, alcuni monaci scapparono restando nelle località limitrofe, esercitando il loro ministero.
Vi ritornarono in loco prima come custodi poi come affittuari ma 30 anni più tardi l’eremo era già in rovina con la definitiva chiusura nel 1902.
Solamente nel 1924 quando l’edificio passò totalmente in mano dei Camaldoli si intervenne con i lavori di restauro.
Durante la seconda guerra mondiale, l’eremo ospitò per protezione preziosi codici e i libri più rari della biblioteca Federiciana di Fano.
Ancora oggi i padri camaldolesi sono pronti ad accogliere tutte le persone che sono intenzionate a vivere un percorso di preghiere e di ascolto.
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