Nato molto probabilmente nel 1177 ad Osimo, Silvestro Guzzolini è stato un abate benedettino fondatore della Congregazione dei Silvestrini, uno dei rami dell’Ordine di San Benedetto.
Si dedica inizialmente agli studi giuridici ma ben presto la passione per la teologia prende il sopravvento.
Così fu ammesso tra i chierici canonici del Duomo di Osimo.
Era contrario alla vita non conforme all’ideale ecclesiastico che il Vescovo professava, per questo ci furono alcune incomprensioni tra di loro.
Spinto anche dalla necessità di una vita evangelica più radicale, decise di dedicarsi completamente alla contemplazione.
All’età di cinquantanni si ritira nella Gola della Rossa nell’appennino marchigiano per condurre una vita di aspra penitenza e assidua preghiera.
Molti chierici giunsero da lui per seguire la sua dura vita eremitica.
Preoccupato per la fama raggiunta e diffusa tra il popolo della regione, Papa Gregorio IX inviò nel 1228 due frati domenicani con lo scopo di invitarlo a far parte in uno degli ordini già approvati.
Scelse la Regola di San Benedetto ma con un monachesimo più improntato alla solitudine, austerità e semplicità.
Qualche anno più tardi, nel 1231, fu costretto a spostare la residenza dei neonati silvestrini a causa delle dimensioni ridotte dell’Eremo di Grottafucile.
Con il continuo aumento dei discepoli, si trasferì nei pressi di Fabriano sul Monte Fano.
In questo scenario boschivo contornato da una sorgente d’acqua (Fonte Vembrici) tuttora esistente, edificò un monastero.
Intorno alla metà del 1400 il cenobio di Montefano venne restaurato completamente.
Successivamente furono fatti numerosi interventi per migliorarlo e ampliarlo fino alle soppressioni del 1810 e 1866 nelle quali i monaci abbandonarono temporaneamente il monastero.
Nel coro della chiesa è visibile una interessante tela raffigurante la Beata Vergine nell’atto di porgere l’eucarestia a San Silvestro.
La Chiesa Inferiore che fu edificata nel XIII secolo è dedicata a San Benedetto.
Attualmente la comunità monastica è molto attiva sia culturalmente che spiritualmente.
L’eremo possiede un laboratorio di restauro del libro antico, un biblioteca fornita di numerosi volumi e un archivio storico della Congregazione.
Nelle camere attrezzate i monaci hanno possibilità di ospitare un piccolo numero di persone per vivere alcune giornate di ritiro attraverso la preghiera della comunità.
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