A Loreto, in piazza della Madonna, sorge uno dei più importanti e visitati loghi del culto mariano: la Basilica della Santa Casa. Oltre ad essere luogo di profonda devozione verso Maria madre di Gesù, all’interno della sacra Basilica pontificia, sotto la cupola, si trova quella che i cattolici ritengono la Santa Casa di Nazareth, luogo in cui Gesù visse quando discese tra gli uomini, e dove proprio la Vergine Maria ricevette l’Annunciazione.
La Santa Casa è realizzata in mattoni di terracotta e formata da tre pareti (essendo da tradizione costruita a ridosso di una di una grotta) di fabbricazione tipica dell’antica edilizia nazarena, prive di fondamenta e soffitto. Si ritiene che, a Nazareth, dove al tempo sorgeva la questo sacro edificio, oggi si trova la Basilica dell’Annunciazione. In quella zona si trova un “buco” proprio dove si ritiene che sorgesse la piccola struttura (9,50×4 metri). A sostegno della tesi sulla sua provenienza, secondo diversi studi la pietra della Santa Casa è di origine palestinese, in particolare della zona di Nazareth.
Ciò che rende spettacolare la Santa Casa, al di là dell’imprescindibile aspetto sacro, è l’incantevole rivestimento marmoreo che Papa Giulio II ordinò a Donato Bramante, nel 1509. In seguito poi altri artisti lavorarono alle sculture, impreziosendo la struttura con il proprio operato. Le elaborate colonne corinzie, i rilievi con gli aspetti sacri delle “Glorie della vita terrena della Madonna”, tra cui il capolavoro di Andrea Sansovino raffigurante l’Annunciazione (che serve da pala d’altare) rendono questa opera unica ed estasiante. Considerata uno dei capolavori del ‘500, offre uno spettacolo di sculture e bassorilievi (oltre 600 metri quadrati di superficie) per allestire il quale occorsero 70 anni di lavori e un’ingente quantità di fondi.
Rimane un mistero il trasporto di questa reliquia, visto che sembra essere arrivata intatta sulla sommità del colle in cui si trova ora e non presenta elementi che portano a credere a una riparazione o ricostruzione in sito. La tradizione cattolica vuole che, nel 1291, siano stati degli angeli a trasportare la Santa Casa dalla Palestina (sotto il dominio dei Turchi selgiuchidi) per trovargli un’adeguata sede tra i fedeli. Prima la portarono a Tersatto (in Croazia) ma dopo 3 anni e sette mesi, la sollevarono nuovamente per allontanarla da quel luogo in cui i pellegrini venivano spesso aggrediti da vari malfattori. Giunsero così nelle Marche, nei pressi di Ancona (a Posatora, dove ora sorge la chiesa Santa Maria Liberatrice), ma nemmeno questo luogo fu congeniale, e dopo nove mesi, gli stessi angeli la portarono fino a Banderuola, una località presso Porto Recanati. Ancora troppo vicino al mare (quindi ai turchi) e ai malintenzionati, dopo otto mesi fu spostato in unvicino terreno più nell’entroterra, ma i fratelli proprietari iniziarono a sfruttare la fama della Santa Casa, portando quindi gli angeli ad effettuare un ultimo spostamento, posandola al centro della strada che va da Recanati al suo porto, dunque in un luogo pubblico, in modo che nessuno avrebbe più potuto sfruttare la reliquia, così giunta sulla cima di una collina (il monte Prodo).
Il miracoloso viaggio della Santa Casa ha posto le basi per l’attuazione della Festa della Venuta della Santa Casa, di origine marchigiana. La Basilica e la reliquia conservata al suo interno sono ancora oggi metà di pellegrinaggi e visite per numerosi fedeli.