Il Carnevale è una festa che affonda le proprie origini nei saturnali di pagana e romana memoria quanto nelle dionisiache greche. Festività in cui i ruoli sociali venivano ribaltati, per lasciare il posto al caos e alla dissolutezza… almeno fino al termine delle celebrazioni. Era quindi una festa di rigenerazione e di rinascita, che segnava in qualche modo la fine di un vecchio ciclo e l’inizio di uno nuovo. Spesso prendeva anche un carattere di purificazione, simboleggiato anche dalla tradizione (ancora viva in alcuni paesi italiani, soprattutto del sud) di bruciare il Re del carnevale, ovvero un fantoccio appositamente costruito a rappresentazione dei comportamenti (troppo) goliardici e negativi, che venivano in ultima istanza condannati.
Il Cristianesimo ha tentato di fare sua questa festa e in qualche modo moderarne i toni, una sfida affatto facile e riuscita solo in parte. Questa antitesi fu molto viva in tutta l’era passata, basta pensare al famoso dipinto (copertina per questo articolo) “Lotta tra il Carnevale e Quaresima“, del 1559, ad opera del pittore olandese Pieter Bruegel il Vecchio, in cui si rimarca proprio il carattere di lotta tra l’aspetto più sacro e quello più caotico di questo periodo.
L’uso stesso della parola Carnevale, che pare derivi da carnem levare, ovvero “eliminare la carne”, come diretto riferimento all’ultimo banchetto che si teneva l’ultimo giorno di Carnevale (ovvero Martedì Grasso), prima che i cristiani tenessero il periodo di digiuno ed astinenza per la Quaresima, pare risalire alla fine del XIII secolo. A quell’epoca risale infatti la prima testimonianza dell’utilizzo di questa parola (detta anche carnevalo), per indicare la festa.
Nel il cristianesimo il Carnevale inizia tradizionalmente il giorno dopo l’Epifania e finisce il martedì precedente al Mercoledì delle Ceneri. Il culmine va in genere da Giovedì Grasso fino al Martedì Grasso, ovvero l’ultimo delle festa, anche per quanto riguarda le celebrazioni più giocose e profane, oggi più famose di quelle sacre. Si tratta quindi di una festa mobile il cui giorno non cade fisso ogni anno. Giovedì Grasso e il Martedì Grasso sono da tradizione cristiana le ultime occasioni in cui poter mangiare cibi grassi e ricchi. Soprattutto in passato, quando era più rispettata, eliminare la carne e i latticini durante la Quaresima rappresentava una giusta penitenza, allo scopo di prepararsi al periodo pasquale. Tramite questo atti di penitenza si otteneva la purificazione della mente, del corpo e dello spirito, in preparazione della festa per la resurrezione di Gesù.
In Italia la tradizione del Carnevale è ben consolidata soprattutto per il suo carattere profano, che in alcune città attira turisti non solo dalla penisola ma da tutto il mondo. Impossibile non citare il Carnevale di Venezia (citato e fonte di ispirazione in numerose opere), ma sono molto famosi anche il Carnevale di Viareggio, quello di Ivrea e quello di Acireale.
Quella del Carnevale è una festa conosciuta in tutto il mondo, e ogni paese (a volte persino ogni città) ha un suo modo particolare per celebrarla. Il Carnevale più grande del mondo è quello di Rio de Janeiro, con oltre due milioni di persona attirate ogni giorni dalla musica, i carri e i vari festeggiamenti. Mentre in Slovenia, nella città di Ptuj, si da vita a un vero e proprio Carnevale spaventoso con carri in cui sfilano anche i kurenti, ovvero maschere realizzate indossando pelle di capra. Insomma, il Carnevale è (nel suo pieno spirito) un momento di festa e di molteplici identità.