Se la tradizione popolare ci ricorda che il 19 marzo è la festa del papà, questa non cade a caso in questo giorno, che è la data dedicata a San Giuseppe. Il padre putativo di Gesù è infatti anche il protettore di tutti i fedeli, in quanto patrono della Chiesa Cattolica, come stabilito per decreto di Pio IX nel 1870. Insieme a Maria e Gesù costituisce quella che definiamo Sacra Famiglia. Un’altra sacra trinità della chiesa. Il pittore Bartolomé Esteban Murillo, in un suo famoso quadro ha dipinto Padre, Figlio e Spirito Santo, con sotto Maria, Gesù e Giuseppe, intitolandolo Le due Trinità.
Riconosciuto per le sue qualità da artigiano legate al campo dell’edilizia, ci si ricorda di San Giuseppe come falegname o carpentiere, quindi un uomo solido in grado di costruire e svolgere lavori umili quanto importanti. Il legame di questo personaggio storico e biblico con il lavoro è molto forte, per questo è stato eletto anche patrono degli artigiani, dei carpentieri e degli operai, ed in senso lato dei lavoratori tutti. Oltre a questi, San Giuseppe è anche patrono dei senzatetto, degli esiliati e dei moribondi. Come protettore dei più deboli non si può quindi non ricordare come fu lui ad essere avvisato dall’Angelo che Erode aveva ordinato di uccidere tutti i bambini nel territorio di Betlemme, per questo prese con sé Maria e Gesù per fuggire in Egitto. E questo sottolinea il suo ruolo di sostegno a Maria e protettore delle famiglia.
Il sostegno che San Giuseppe diede alla propria moglie è ammantato della volontà divina: se in un primo momento il falegname era quasi deciso ad allontanare Maria (già incinta senza aver avuto rapporti con lui), fu dissuaso da un angelo in sogno, che gli spiegò il suo ruolo e quale fosse la volontà del cielo:
“Giuseppe figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli salverà il suo popolo dai suoi peccati”
Da allora, Giuseppe accettò il suo compito senza alcun ripensamento, mostrando un carattere protettivo, forte e pronto ad affrontare le difficoltà. Un vero e proprio custode per Maria e Gesù neonato.
Della fanciullezza di Gesù però si sa poco, poiché i vangeli riassumono questo periodo con poche righe, e di conseguenza sappiamo anche poco di cosa fece Giuseppe in quel periodo. In seguito, il padre putativo di Gesù non viene più nominato quando si inizia a raccontare della vita pubblica di quest’ultimo, quindi molti studiosi concordano nel dire che sia morto in quel lasso di tempo, fatto che spiegherebbe la sua assenza nell’ultimo periodo della vita del figlio; Maria stessa è solo quando Gesù viene crocifisso. Eppure nei vangeli apocrifi, ritroviamo San Giuseppe centenario (111 anni) in ritiro a Gerusalemme dopo che un angelo lo ha avvisato della sua imminente dipartita, dopo una vita florida e in salute. Sul letto di morte, San Giuseppe colto da dolore e tormento trova consolazione proprio nel pensiero di Gesù, poco prima che degli angeli vengano ad accompagnare la sua anima in paradiso.
Della santità di San Giuseppe non si deve comunque dubitare, sia per i numerosi culti nati intorno alla sua persona, soprattutto nel periodo medioevale, ma anche stando a quanto hanno ribadito nei secoli molti padri spirituali, sicuri che l’uomo sia stato assunto in cielo al tempo della Risurrezione di Cristo. Su tutti è facile ricordare le semplici e dirette parole del vescovo Francesco di Sales in merito alla volontà del Signore di condurlo a sé: “Come avrebbe potuto rifiutare questa grazia a Giuseppe, Colui che gli era stato obbediente tutto il tempo della sua vita?”