Fu papa Pio IX a proclamare il dogma dell’Immacolata Concezione, con la bolla Ineffabilis Deus, nel 1854. Venne così stabilito che la Vergine Maria fu preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Maria stessa confermò la questione, quando apparve a Bernadette a Lourdes nel 1858, definendosi appunto Immacolata Concezione. Nata quindi da genitori umani (Sant’Anna e San Gioacchino) ma senza peccato, al contrario del resto dell’umanità, perché lei avrebbe dovuto custodire in grembo il Figlio di Dio fattosi carne. Non sarebbe pensabile che Dio, concetto di perfezione e purezza, potesse essere concepito da una creatura toccata dal peccato, infatti nell’Annunciazione Maria viene definita dall’angelo “Piena di Grazia”, a testimonianza del suo stato privo di peccato.
Si
tratta di una festività che ha radici ancora più antiche,
nonostante sia stata stabilita come verità rivelata, solo in tempi
relativamente recenti. Il tempo occorso è stato speso in accurati
studi e dibattiti tra i prelati, che portarono infine alla decisione
di Pio IX. Oltre a questo, bisogna anche ammettere che il popolo
stesso aveva riconosciuto la santità di Maria, facendo crescere il
suo culto e la sua venerazione nei secoli.
Il giorno stabilito
a ricordo dell’Immacolata
Concezione è
l’8
dicembre,
non a caso collocato poco prima di Natale, si inserisce infatti nel
contesto dell’Avvento. Un tempo liturgico perfetto per ricordare la
santità di Maria, in attesa del momento della nascita di Cristo,
perché se la madre di Dio è l’unica nata senza peccato, allora il
resto dell’umanità viene concepita macchiata dal peccato. La
salvezza va quindi ricercate nella fede e nella grazia divina, che
possono portare alla salvezza.
Pio IX fece inaugurare e benedire il monumento dell’Immacolata a Roma, l’8 dicembre 1857, pagato da Ferdinando II, re di Napoli. Poi nel 1958, papa Giovanni XXIII uscì dal Vaticano, recandosi di persona in Piazza si Spagna, deponendo un cesto di rose bianche ai piedi della Vergine Maria, per poi raggiungere la basilica di Santa Maria Maggiore. Anche i papi successivi hanno mantenuto questo comportamento, dando il via a una vera e propria tradizione. Come espressione della devozione popolare, queste visite si trasformano anche in momenti di preghiera, comprensivo della lettura di un brano proveniente dalle Sacre Scritture, di uno della Dottrina Cattolica, il tutto accompagnato da canti mariani.