Il Presepe vivente di Greccio (Rieti) è una vera e propria rievocazione storica, che per 6 sere, dal 24 al 6 gennaio, porta fedeli e turisti curiosi nelle atmosfere del Natale del 1223. Non si tratta quindi dell’usuale presepe che ripropone la vita di Betlemme e la scena della natività, ma sotto l’eremo francescano di Greccio si rievoca la memorabile rappresentazione del primo presepe della storia, che fu realizzato da San Francesco d’Assisi con l’aiuto di Giovanni Velita, nobile signore di Greccio.
La rappresentazione si apre nella chiesetta di Greccio, in cui troveremo frate Leone (primo compagno di San Francesco) e frate Ruffino, intenti a parlare della vita del poverello, alcuni anni dopo la sua morte, per ricordarne la vita, che lo stesso frate Leone è incaricato di scrivere. Dopo questa scena, altre cinque si apriranno davanti gli occhi dei visitatori, impegnando decine di personaggi in costumi medioevali accuratamente ricreati. L’ultima scena del Presepe vivente di Greccio, vede per protagonista San Francesco (interpretato da Federico Giovannelli) con in braccio Gesù Bambino, realizzato da donna Alticama, moglie di Velita.
Giovannelli insieme ad un gruppo di figuranti, ha avuto la fortuna di incontrare Papa Francesco, proprio per discutere dell’animo che muove i volontari e del messaggio che il Presepe vivente di Greccio vuole portare ai visitatori. Alla base della rievocazione, c’è ovviamente la volontà di mostrare uno dei lavori e delle idee di San Francesco (che Giovannelli interpreta con orgoglio già da diversi anni), che si prodigava in ogni modo per diffondere la parola di Cristo. Si tenta quindi di portare la stessa commozione che si ebbe all’epoca, quando per la prima volta la gente poté ammirare Gesù bambino alla fine del presepe.
Il lavoro dietro la realizzazione del Presepe vivente di Greccio è molto, ed impegna principalmente i volontari tra adulti e ragazzi del borgo, che ogni anno vedono migliaia di persone provenire da tutta Italia per ammirare la loro ricostruzione. Il presepe viene rievocato da più di 50 anni, e negli ultimi tempi si sono stimati circa 2.000 – 2.500 visitatori per ogni sera in cui viene ripetuto. Diversi di questi finiscono per commuoversi alla fine del percorso, talvolta arrivando ad abbracciare i figuranti in segno di ringraziamento, fatto che indica come questo presepe vivente colpisca ed ottenga quanto sperato, portando avanti quella che anche Papa Francesco definisce “una grande opera di evangelizzazione”, iniziata proprio dal poverello di Assisi.
Ricreare la nascita del presepe, portare il calore che offre la parola di Gesù, affermando la semplicità dello stesso (ai tempi, composto solo di un bue e un asinello nella mangiatoia, con un poco di paglia), ed in questo “riproporre la bellezza della nostra fede con semplicità”, come dichiarato da Papa Francesco. Tutti obiettivi raggiunti dal Presepe vivente di Greccio, ricreato seguendo fedelmente le fonti storiche e gli scritti di e su San Francesco, pur accennando a qualche effetto scenografico, ma sempre in linea con la semplicità francescana. Quindi, il presepe come senso della cristianità, che affonda nella nostra cultura e nelle nostre tradizioni.