La basilica di Sant’Ambrogio a Milano, collocata in piazza Sant’Ambrogio, è una delle più antiche chiese di Milano. Rappresenta un monumento dell’epoca paleocristiana e medievale, ed anche un punto fondamentale della storia del capoluogo lombardo e della Chiesa ambrosiana. Tradizionalmente è considerata la seconda chiesa per importanza della città di Milano.
La basilica di Sant’Ambrogio di Milano è stata edificata a cavallo tra il 380 e il 386 per disposizione del vescovo Ambrogio di Milano. Costruita in una area dove molti cristiani martirizzati erano stati seppelliti. Per questo motivo era chiamata Basilica Martyrum.
Ambrogio stesso aveva l’intenzione di custodirvi le spoglie dei santi martiri Vitale, Vittore, Felice, Gervasio, Protasio, Nabore. Lo stesso sant’Ambrogio alla sua morte nel 397 venne sepolto nella basilica. La pianta della basilica attuale è tipica del modello paleocristiano con tre navate absidate, senza la presenza del transetto e con quadriportico antistante.
Nella storia l’arcivescovo di Milano Pietro nel 784 vi fondò un’abbazia benedettina. Più tardi venne aggiunta una canonica ad uso della comunità laica della città.
Nell’ 824 fu il vescovo Angilberto che ordinò di aggiungere la grande abside ancor oggi presente, anticipata da un vano con la volta a botte dove si celebravano le sacre liturgie.
Il catino dell’abside venne decorato lo stesso anno con un mosaico che rappresenta il Redentore in trono tra i martiri Protasio e Gervasio e vicino gli arcangeli Michele e Gabriele.
Allo stesso periodo appartiene il campanile più basso che richiama quello della Basilica di San Pietro a Roma. Al ciborio, si aggiunsero quattro fastigi con timpano, decorati con stucchi nel X secolo ed ancora eccellentemente conservati.
Sotto il ciborio venne collocato l’Altare di Sant’Ambrogio, un vero splendore dell’oreficeria carolingia, decorato in oro e argento, dorato, incastonato con pietre preziose e smalti. Simbolo della presenza delle reliquie dei santi, deposte sotto l’altare visibili da un piccola apertura sul lato posteriore.
Il secondo campanile venne elevato a cavallo tra il 1128 ed il 1144 chiamato dei canonici. Mentre il tiburio venne aggiunto a fine del XII secolo, crollato nel 1196 e ricostruito immediatamente dopo con gallerie ed archetti su registri sovrapposti.
In un primo momento i Benedettini si occuparono dell’amministrazione della basilica. Donato Bramante nel 1492 ricevette dai Benedettini l’incarico di progettare la nuova canonica, innalzando alcune porzioni del monastero e dando nuova disposizione alle cappelle nella chiesa.
Nel 1497 i Benedettini vennero sostituiti dai Cistercensi dell’abbazia milanese di Chiaravalle. Il nuovo Ordine appoggiò numerose iniziative culturali come l’apertura al pubblico della biblioteca monastica.
Dopo la rivoluzione francese nel 1799, la Repubblica Cisalpina decise di cancellare il capitolo della basilica ed instaurarvi un ospedale militare. Tuttavia terminata la dominazione napoleonica e in seguito alla restaurazione austriaca, la chiesa venne riaperta al culto ed il capitolo dei canonici venne ripristinato.
La basilica venne colpita dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Soprattutto fu danneggiata la parte esterna del portico, nella cupola della basilica, nel mosaico dietro all’altare e in alcune porzioni esterne alla chiesa. Solo negli anno ’50 vennero iniziati dei restauri che la riportarono allo splendore originario.
Dopo gli anni 2000 alcune ricerche archeologiche hanno permesso la scoperta di un centinaio di tombe.Questi ritrovamenti sono riconducibili al cimitero dei martiri cristiani dell’epoca tardo romana, segnalate dalla presenza di ossa.
Al di sotto della chiesa, la cripta ipogea rispetto all’altare maggiore, venne realizzata nella seconda metà del X secolo, in seguito ai lavori di risistemazione della zona absidale della basilica.Lì vennero raccolte in modo più adeguato le spoglie dei santi Ambrogio, Protaso, Gervaso, ancora oggi venerati da tutti i milanesi e non solo.
Esistono tuttavia nella cripta tracce di una cripta precedente databile all’epoca di Sant’Ambrogio. Proprio la stesso Ambrogio diede ordine di prelevare i corpi di San Gervaso e San Protaso dalla loro precedente sepoltura. Difatti i corpi si trovavano all’interno del cimitero ad martyres, e tumularli solennemente sotto l’altare basilica in un sarcofago di marmi pregiati.
Attualmente l’aspetto della cripta è dovuto agli interventi del XVIII secolo autorizzati dal cardinale Benedetto Erba Odescalchi, arcivescovo milanese, in seguito al ritrovamento dell’antico sarcofago dei corpi di Sant’Ambrogio, San Gervaso e San Protaso.
Nella pavimentazione della cripta è presente una lapide che ricorda il luogo ove originariamente si trovava sepolta santa Marcellina, sorella di Ambrogio.
La Basilica di sant’Ambrogio è oggi uno dei luoghi di Milano più frequentati dai pellegrini soprattutto il 7 dicembre festa del Patrono di Milano.