Da un po’ di tempo si parla di I Am Jesus Christ, videogioco in realtà virtuale ispirato alla storia e alla vita di Gesù di Nazareth. Sicuramente immaginiamo quali possano essere le reazioni, dallo sdegno alle accuse di blasfemia.
Proviamo per un attimo a vedere il fatto da un’altra prospettiva, se infatti pensiamo attentamente all’evoluzione dei tempi non possiamo evitare di confrontarci con i videogiochi, generalmente parliamo di software che fanno eccessivo ricorso alla violenza, e se fosse l’approccio giusto per parlare con le nuove generazioni?
Questa è l’idea dei ragazzi di PlayWay, publisher videoludico polacco, che assieme al team di sviluppo SimulaM ha scelto di approcciarsi a quanto narrato nel Nuovo Testamento in maniera abbastanza rispettosa, anche prendendosi alcune libertà.
I Am Jesus Christ, simulerebbe la vità di Gesù Cristo nel periodo che va dal Battesimo alla Resurrezione, realizzando in questo mondo virtuale tutto (più o meno) quello che è contenuto nelle Sacre Scritture, dai miracoli più noti al digiuno di 40 giorni e 40 notti nel deserto, comprensivo delle tentazioni di Satana.
Il gioco, in uscita il prossimo anno su PC è già sotto la lente d’ingrandimento dei media, spaccando di fatto il pubblico, tra chi ritiene che tale approccio sia negativo e blasfemo e chi invece ritiene sia interessante avvicinarsi ad un pubblico giovane con strumenti consoni.
Parlando di strumenti consoni, ricordiamo che la Chiesa sta decidendo, da un po’ di tempo ormai, di utilizzare maggiormente la tecnologia, utile a diffondere la parola del Signore.
E voi, che pensate di questo particolare videogioco? Siete a favore di un approccio così tecnologico oppure lo ritenete irrispettoso, fateci sapere il vostro pensiero nei commenti.