San Marcello I è stato il 30º vescovo di Roma. Diventò Papa della Chiesa cattolica il 27 maggio dell’anno 308. Viene venerato come santo sia dalla Chiesa cattolica che dalle Chiese ortodosse.
A quel tempo l’Impero romano, in pace fin dal 260 viveva una situazione abbastanza tranquilla dove circa sette milioni di persone su cinquanta milioni professavano la religione cristiana, un rapporto di 1 persona cristiana su 7 dell’intera popolazione.
Purtroppo il partito dell’antica religione riuscì a persuadere Gaio Galerio Valerio Massimiano, che occorreva una politica di restaurazione e centralizzazione dell’imperatore Diocleziano e pertanto era necessaria la soppressione della religione cristiana.
Dunque l’imperatore Diocleziano diede inizio all’ultima persecuzione, emanando quattro editti che comandavano di distruggere le chiese e di bruciare le sacre scritture. Successivamente stabilivano di imprigionare i capi delle chiese e di torturare coloro che non volevano sacrificarsi agli antichi dèi. La persecuzione prevedeva anche l’uccisione dei cristiani qualora non si fossero piegati alle torture.
La persecuzione ebbe conseguenze catastrofiche sulle regole interna della chiesa. Si verificarono molti martiri e numerosi lapsi, disposti a fare qualsiasi cosa pur di non esser ritenuti cristiani. In ogni luogo quest’ultimi crearono problemi ai vescovi.
La persecuzione si abbatté anche papa Marcellino I che in molti volevano martirizzare, mentre altri solamente esiliarlo. I donatisti accusarono Marcellino e alti prelati di adorazione degli idoli pagani, anche se queste voci non vennero mai provate.
Papa Marcello I
Marcello fu eletto papa dal clero romano intorno alla metà del 308. Marcello venne scelto come successore di Marcellino già alla fine del 306, ma avrebbe potuto essere consacrato e prendere possesso del soglio solo il 27 maggio 308. Alla sua ascesa ufficiale, trovò la chiesa in una situazione catastrofica.
I luoghi dove i cristiani si riunivano erano stati confiscati e le attività ordinarie erano state interrotte. Molti erano i dissensi interni causati dal gran numero di persone che avevano apostatato la fede durante la persecuzione e che adesso pretendevano di essere riammessi in comunione.
Marcello una volta eletto riorganizzò la Chiesa. Suddivise il territorio metropolitano in 25 distretti, le odierne parrocchie, a capo dei quali pose un presbitero che sovrintendeva alla preparazione dei catecumeni, al battesimo, alla somministrazione delle penitenze, alle celebrazioni liturgiche e alla cura dei luoghi di sepoltura e della memoria.
All’inizio del VII secolo a Roma esistevano 25 chiese titolari. Esiste una tradizione storica che riporta come l’amministrazione ecclesiastica fosse stata riformata dopo la persecuzione di Diocleziano, pertanto il compilatore del Liber Pontificalis la attribuì a Marcello.
Il lavoro del papa fu interrotto dalla controversia dei lapsi. Marcello era un forte sostenitore delle antiche tradizioni. A testimonianza di questa posizione, esiste l’epigrafe composta da Papa Damaso I per la sua tomba:
“Pastore vero, perché manifestò ai lapsi l’obbligo che avevano di espiare il loro delitto con le lacrime della penitenza, fu considerato da quei miserabili come un terribile nemico. Di qui il furore, l’odio, la discordia, la sedizione, la morte. A causa del delitto di uno che anche durante la pace rinnegò Cristo, Marcello fu deportato, vittima della crudeltà di un tiranno“.
A causa di tali scontri, si creò un partito che si opponeva al papa. Scoppiarono liti, sedizioni e stragi. Massenzio, ritenne Marcello responsabile dei disordini e lo esiliò intorno al 308. Marcello morì in esilio poco dopo aver lasciato Roma.
La sua festa ricorre il 16 gennaio. Si ignorano però il luogo dell’esilio e la data esatta della sua morte, ipotizzata verso il 16 gennaio. Fu traslato a Roma e sepolto nel cimitero di Priscilla. I suoi resti sono tutt’ora deposti nell’antica urna di basalto verde presso l’altare maggiore della Chiesa di San Marcello al Corso.
La Chiesa di San Marcello al Corso risale all’inizio del XVI secolo, probabilmente edificata sui resti della precedente chiesa che, a sua volta, si trovava forse nel luogo del catabulum dove Marcello era morto. La Chiesa cattolica celebra la sua memoria liturgica il 16 gennaio mentre le Chiese ortodosse lo ricordano il 7 giugno.