Come ogni anno, a Vibo Valentia il 1° marzo si celebrerà la Festa di San Leoluca, patrono della città. Il centro delle celebrazioni ruotano attorno alla Chiesa di Santa Maria Maggiore (Duomo cittadino), che ne è appunto il fulcro anche della vita quotidiana spirituale. Durante la celebrazione si svolgono Sante Messe dedicate alla memoria di San Leoluca e alla sua vita, con consueti parallelismi tra le virtù e la fede del santo e come queste possano essere di ispirazione ai fedeli anche ai giorni nostri. Oltre a questo, si tiene una processione in onore di San Leoluca ed alcuni momenti di incontro e condivisione con i partecipanti.
A testimoniare la forte componente spirituale di questa festa per la popolazione, la cui partecipazione è molto attiva e sentita, si deve anche pensare al premio Comunitarium, che rappresenta un momento di forte condivisione e incontro fraterno tra le comunità ecclesiastiche della zona, che in questo modo possono rafforzare il proprio legame. Quest’anno la città di Vibo Valentia, rappresentata anche da Don Maurizio Macrì e Don Antonio Purita abbraccerà in un incontro ideale la comunità ecclesiastica di Tropea.
Il
Comunitarium
(culmine della Festa di San Leoluca) sorge sulle ceneri di un evento
che in modo ancora più incisivo voleva essere premio al valore
cristiano. Parliamo del Premio
della Testimonianza
che per 25 anni dal 1973 al 1998 tentò di mettere in risaltò le
opere di uomini e donne, esempi di virtù cristiana. L’idea prese
vita da Monsignor Onofrio Brindisi, allora arciprete del duomo di
Santa Maria Maggiore a San Leoluca, che già dal nome voleva portare
all’attenzione come l’esempio di carità, servizio e verità
fossero a tutti gli effetti testimonianza
di virtù cristiana. Se nei primi anni, ad essere premiati furono
personaggi vibonesi e calabresi, ben presto il premio divenne
internazionale, giungendo a coinvolgere personalità di origine
estera, operanti nei campi più disparati. Basta pensare che il
Premio
Testimonianza
fu consegnato anche al vescovo di Praga Pavel Hinilica (primo
straniero a ricevere il premio), a Madre Teresa di Calcutta, al
direttore d’orchestra Carlo Maria Giuliani, al cardinale Glemp,
allo scienziato Antonino Zichichi e perfino ad Arrigo Sacchi (nel
1993), allora ct della nazionale, che per le classiche “tradizioni”
del nostro paese fece puntare l’attenzione anche del resto d’Italia
su questo evento, al contrario di quanto era avvenuto in precedenza.
Proprio la scarsa attenzione dei media, unita al passare del tempo,
fecero decidere di chiudere il Premio
Testimonianza nel
1998, anno in cui furono premiate ben tre persone: il vescovo di
Timor Est Monsignor Carlos Ximenes Belo, Nobel per la pace, Vitautas
Landsbergis, statista lituano, e Mario Trematore, pompiere che salvò
la Sacra Sindone da un incendio.
Ad un anno dalla fine del
Premio Testimonianza, nasceva però il Comunitarium,
un incontro più intimo, con risonanza volutamente più locale, ma
sempre ideato per lodare i valori cristiani ed unire le persone.