San Corrado Confalonieri

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Corrado Confalonieri nacque a Piacenza nel 1290. Era un francescano e pellegrino, nella sua vita visse da anacoreta, da eremita e da pellegrino. Viene venerato come santo dalla pietà popolare, è patrono della città e della diocesi di Noto, in Sicilia. Beato della Chiesa cattolica, la sua memoria di celebra il 19 febbraio.

Originariamente era un nobile piacentino. Da giovane seguì la via delle armi. Mentre si trovava in una battuta di caccia con l’intenzione di stanare la selvaggina diede ordine ai suoi servi di appiccare il fuoco ai cespugli. L’incendio purtroppo si estese enormemente distruggendo piante e boschi della zona e provocò anche la distruzione di un abitato.

Corrado d’impulso fuggì con i suoi compagni. Le guardie del governatore accusarono ed arrestarono un poveruomo che si trovava nelle vicinanze decidendo poi di condannarlo a morte. A questo punto Corrado, preso dal rimorso si presentò alle guardie denunciando l’accaduto.

Con la sua ammissione di colpa si rese disponibile a risarcire tutti i danni provocati da quel gesto. Questo episodio della sua vita lo gettò in miseria. Qualche anno dopo la moglie Eufrosina decise di entrare nel monastero delle Clarisse di Piacenza. Corrado entrò nell’ordine dei terziari francescani a Calendasco.

Successivamente intraprese un periodo di solitudine pellegrinando prima a Roma poi in Terrasanta, dove vi rimase per qualche anno.

Nel viaggio di ritorno verso l’Italia si fermò a Malta poi fece tappa a Noto in Sicilia. Proprio nella terra sicula abitò dapprima nella chiesa del Crocifisso. Riceveva numerose visite della gente del paese che veniva a chiedergli consigli. Di seguito alla violenza di alcuni malviventi che frequentemente lo picchiavano a sangue ricevendone però un generoso perdono decise di ritirarsi nella grotta dei Pizzoni. La grotta venne poi chiamata dal popolo con il suo nome.

La grotta diventò il suo luogo preferito. Si spostava solo per andare a trovare un altro amico francescano Guglielmo Buccheri, trasferito da poco a Scicli. La storia racconta che Corrado disse al suo confessore, un sacerdote di Noto, il 17 febbraio del 1351: «Tra due giorni, alle Grotte, avrò bisogno di te».

Corrado intuiva che in quel giorno sarebbe morto. Difatti trovarono il corpo cadavere in ginocchio in preghiera. Nel XX secolo intorno all’ eremo sorse un Istituto per orfani dell’Opera di Don Orione.

I suoi resti sono sepolti nella Chiesa di san Nicolò, divenuta cattedrale della nuova diocesi. Durante il terremoto del 1693 le sue spoglie rimasero illese. Corrado Confalonieri è il patrono principale di Noto.

A San Corrado vengono attribuiti i miracoli durante la sua visita a Noto del nobile Antonio Sessa di Daverio che soffriva di ernia. Vedendolo Corrado mostrò compassione e pregando per lui i dolori scomparirono immediatamente.

Anche la guarigione del figlioletto di un amico sarto, che soffriva anch’egli di un’ernia assai sviluppata.

Il miracolo maggiore è quello chiamato dei Pani. Nella circostanza Corrado avrebbe compiuto questo miracolo durante la terribile carestia che si abbatté sulla Sicilia negli anni 1348-1349. La carestia era causata dalla peste nera. La leggenda racconta che in quel periodo, chiunque si rivolgesse a Corrado tornava a casa con un pane caldo, impastato con le mani degli Angeli.

Autore: Franco Collodet

Sociologo e scrittore. Studi specialistici in Scienze Storico-Antropologiche delle Religioni. Master presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini. Esperto dei cammini religiosi in Europa e in Medio Oriente.