Perpetua e Felicita erano due giovani cristiane che subirono il martirio sotto l’ imperatore Settimio Severo insieme a Saturo, il catechista di Perpetua e ai suoi servi Revocato, Saturnino e Secondolo. Entrambe sono venerate come sante dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa.
Vibia Perpetua, era una giovane e nobile matrona di Cartagine di ventidue anni, madre di un bambino ancora in fasce. Venne arrestata insieme ai suoi servi Revocato, Saturnino, Secondolo e Felicita, quest’ultima incinta e in procinto di partorire. Erano tutti catecumeni, convertiti al Cristianesimo da Saturo.
L’arresto avvenne perché nel 202 un decreto dell’imperatore Settimio Severo aveva proibito a tutti i cittadini dell’impero romano di diventare cristiani ed anche ebrei, avvertendo che chiunque avesse disubbidito all’ordine sarebbe stato condannato a pene durissime.
Nella famiglia di Perpetua il padre era pagano, mentre la madre e due suoi fratelli erano cristiani. Prima di essere scortati in prigione i cinque catecumeni vennero battezzati.
Nella prigione il buio e l’atmosfera atterrirono molto Perpetua, ansiosa per la sorte del suo bambino. Con fatica due diaconi riuscirono a trasferirli in celle meno angustie. La madre ed il fratello riuscirono a farle visita e lei riuscì a rivedere il proprio bambino.
Secondo gli scritti giunti fino a noi direttamente dai racconti della prigionia di Perpetua la giovane nella notte ebbe una visione: saliva per una scala stretta, ai lati della scala c’erano degli utensili in ferro, coltelli, arpioni, lance, spiedi e spade, messi in modo che fosse difficile non lacerarsi per chi non guardasse verso l’alto, rimanendo avvolto in quella trappola. La scala terminava in un prato verde dove pascolavano delle pecore. Da quella visione capì che la sua fine sarebbe stata il martirio.
In un’altra visione Perpetua vide il fratellino Dinocrate, morto a 7 anni, triste e sofferente perché incapace di dissetarsi all'”acqua della salvezza” ma, dopo aver pregato per lui ed offrendo a Dio la sua sofferenza, lo vide gioioso.
Il padre tentò pochi giorni dopo di indurre Perpetua a ritrattare, rinnegando la sua fede, ma Perpetua restò salda nella sua posizione. A causa della sua insistenza il padre fu allontanato forzatamente dal procuratore e fustigato mentre i sei catecumeni furono condannati a essere sbranati da belve feroci.
Felicita, arrestata quando era all’ottavo mese di gravidanza, pensava che non l’avrebbero sottoposta al martirio con gli altri, dato che la legge vietava l’esecuzione di donne in gravidanza. Ma dopo che la condanna venne decisa diede anticipatamente alla luce una bambina.
Il 7 marzo del 203 i cinque catecumeni furono condotti nell’anfiteatro, vennero prima fustigati, poi furono aizzati contro di loro cinghiali, un orso e un leopardo. Colpiti dalle bestie feroci si baciarono secondo il rito per l’ultima volta prima di essere uccisi. I loro corpi vennero poi sepolti a Cartagine.
Il culto
Alla loro morte Il culto delle due sante e dei loro compagni martiri ebbe subito una straordinaria e immediata diffusione. Il loro simbolo è la palma del martirio. Una meravigliosa basilica, chiamata Basilica Maggiore, venne eretta nel luogo in cui i martiri furono sepolti.
Perpetua e Felicita sono pregate nelle litanie dei santi, specialmente durante la veglia pasquale della Chiesa cattolica e il loro nome è inserito anche nel canone romano.
Perpetua e Felicita sono patrone delle madri e delle donne in gravidanza.