Nella terza domenica di quaresima, in piena emergenza per il coronavirus, Papa Francesco ci teneva a far sentire la sua presenza e la sua voce ai fedeli, per questo si è recato prima in venerazione alla Salus populi Romani, a Santa Maria Maggiore, e poi davanti al crocifisso a San Marcello al Corso, per pregare davanti al simbolo che salvò la capitale dalla grande peste del Cinquecento.
Lasciato il Vaticano di pomeriggio, verso le 16:00, il Papa ha voluto ricordare la sua vicinanza a tutte le persone che soffrono e a coloro che si stanno adoperando per contrastare l’emergenza in atto. Alla Basilica di Santa Maria Maggiore ha fare appello alla Vergine, Salus popoli Romani (la cui icona si trova in quella chiesa), affinché porti la sua protezione su tutti gli uomini e le donne. La devozione del Papa per la Salus populi Romani è ben conosciuta, infatti vi si reca per ringraziare ogni volta prima di affrontare un viaggio internazionale e poi al ritorno da questi, ed anche in occasione delle più importanti feste mariane. Già in passato sia Papa Gregorio I che Papa Gregorio XVI ne avevano invocato la grazie per far fronte a due gravi epidemie, rispettivamente quella di peste del 593 e quella di colera del 1837.
Nel suo breve pellegrinaggio per le deserte vie romane, Papa Francesco ha poi raggiunto la chiesa di San Marcello al Corso, dove è custodito il miracoloso Crocifisso, portato in processione per le strade della città, nel 1522, per pregare per la fine della Grande Peste. La processione durò 16 giorni, dal 4 al 20 agosto, e man mano che si passava di quartiere in quartiere la peste pareva regredire, fino ad essere quasi del tutto scomparsa, quando il Crocifisso tornò nella sua chiesa. Anche Giovanni Paolo II omaggiò questa reliquia (sopravvissuta anche all’incendio del 1519 che distrusse la chiesa di San Marcello) abbracciandola durante il Grande Giubileo del 2000, nella Giornata del Perdono. In preghiera, il Papa Francesco ha supplicato per la vita dei tanti malati e per il conforto di quelli che vedono i propri familiari essere colpiti da questa malattia. Anche in questo caso, una preghiera è stata rivolta anche all’operato di tutti quelli che lavorano per mantenere l’Italia viva e funzionale, in particolare chi opera nel campo sanitario.
Come sempre il santo padre cerca di confortare e infondere forza a tutte le donne e gli uomini, costretti in questo momento a grandi sacrifici, con la certezza che riusciremo ad uscirne, collaborando, pregando e ricordandoci di non essere soli.