Il 2 aprile del 2005, moriva all’età di 84 anni Papa Giovanni Paolo II, uno dei pontefici più amati della storia. Le sue condizioni parevano difficile e incerte già da un paio di mesi, dopo essere stato colpito da un’infiammazione alla laringe dovuta ad una recidiva dell’influenza, fino a quando il 31 marzo chiese esplicitamente di voler rimanere nei suoi appartamenti in vaticano: conscio dell’arrivo della fine, rifiutò cure mediche che ne avrebbero solo prolungato la sofferenza. Gli fu impartita l’unzione degli infermi (come già accaduto nel 1981, in seguito all’attentato subito ai suoi danni), e si apprestò a riunirmi in pace a Dio. L’1 aprile le sue condizioni subirono un drastico peggioramento, e volle che i suoi collaboratori gli leggessero le meditazioni della Via Crucis. Infine, nella sera del 2 aprile la sua anima volò in cielo, liberandosi dalle sofferenze terrene, mentre già dalla mattina una folla di fedeli, in buona parte giovani, si accalcava a piazza San Pietro, per rivolgergli una preghiera. Proprio a loro, Papa Giovanni Paolo II rivolse uno dei suoi ultimi messaggi: “Vi ho cercato. Adesso voi siete venuti da me. E di questo vi ringrazio”. Parole di serenità, da un sant’uomo che per tutta la vita aveva cercato di essere un contatto ed un esempio per i più giovani. Riunita attorno al suo letto, dopo l’annuncio della morta, la famiglia pontifica cantò l’Inno del Te Deum. Subito dopo l’avvenuto annuncio ai fedeli, le campane della Basilica di San Pietro hanno suonato a lutto ed è stato intonato il Salve Regina.
A
testimonianza dell’amore
suscitato dalla figura e dalle opere di Giovanni Paolo II, basta
pensare agli oltre tre milioni di pellegrini che da quelle sera e per
tutta la durata delle esequie (fino all’8 aprile), cattolici e non
giunti a Roma per onorarlo e porgergli un ultimo saluto. Questo,
nonostante la file richiedesse un’attesa di oltre 20 ore per poter
accedere alla Basilica di San Pietro a Città del Vaticano, dove la
salma fu esposta.
Nel mondo, in milioni tra giovani, religiosi
di ogni credo, capi di stato, fedeli e non credenti, inviarono il
loro cordoglio. Anche in paesi a maggioranza non cattolica,
mostrarono il loro amore e rispetto per quest’uomo, con gesti
simbolici di affetto. Incisive ed uno specchio di quanto stava
avvenendo si può trovare nelle parole del Primo Ministro del Canada
Paul Martin, che affermò come “Per un quarto di secolo papa
Giovanni Paolo II fu un simbolo di amore e e fede, pace e pietà. La
nostra tristezza di oggi è la stessa tristezza di tutto il mondo.”
Il giorno del suo funerale, l’8 aprile, fedeli e capi di Stato da ogni parte del mondo si riunirono a Piazza San Pietro, per i funerali di Papa Giovanni Paolo II, celebrati proprio dal cardinale Joseph Ratzinger, che in seguito sarebbe subentrato nel ruolo di pontefice.