San Pio V papa del Rosario

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Il 30 aprile si festeggia san Pio V papa, già Antonio Ghislieri, nato a Bosco Marengo il 17 gennaio del 1504.

Fu il 225 esimo vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica. Si distinse nella sua vita per essere teologo ed inquisitore domenicano, seguendo le linee guida del Concilio di Trento. Pio V è considerato, assieme a san Carlo Borromeo e sant’Ignazio di Loyola, uno degli artefici e promotori della Controriforma.

La sua fervida intelligenza lo aiutò nella solida preparazione al sacerdozio, consolidando la sua formazione teologica. A Genova nel 1528 ricevette l’ordinazione sacerdotale, distinguendosi subito per il suo credo. In quel periodo a Parma sostenne trenta proposte a sostegno del seggio pontificio schierandosi contro le eresie che avanzavano.

Divenne rettore di numerosi conventi domenicani, distinguendosi per la rigida disciplina imposta, e ricevendo la nomina di inquisitore della città di Como. Nel 1550  a Roma divenne Commissario generale dell’Inquisizione romana.  Oltre alla nomina di vescovo di Sutri e Nepi nel 1556. nel 1558 divenne Grande Inquisitore e due anni dopo vescovo di Mondovì.

Contro ogni sua aspettativa  il 7 gennaio 1566  venne eletto Papa grazie ad un accordo decretato fra i cardinali Carlo Borromeo  e Alessandro Farnese. La sua elezione  fece tremare la Curia romana, contraria a quella nomina. Difatti a Roma dal suo insediamento regnò l’inflessibilità e la sobrietà.  Nessun banchetto nè festeggiamenti  ebbero luogo per solennizzare  la sua elezione a papa.

Durante il suo pontificato tentò di correggere  i costumi della gente emettendo diverse bolle, condannando l’accattonaggio,  cercando di vietare le dissolutezze del carnevale e allontanando da Roma le prostitute. Vennero applicate sanzioni corporali ed economiche per i bestemmiatori. Fu un sostenitore accanito del vincolo matrimoniale, infliggendo punizioni esemplari agli adulteri.

Diminuì il costo della corte papale, imponendo l’obbligo di residenza dei vescovi e affermando l’importanza di un cerimoniale. Rafforzò inoltre  gli strumenti della Controriforma per lottare contro l’eresia e l’insorgenza del Protestantesimo  dando nuova forza all’Inquisizione romana. Lottò contro il nepotismo e le numerose forme di  favoreggiamento nei confronti di parenti giunti a Roma con l’idea di ottenere privilegi e benefici economici da lui.

In materia teologica fu lui a dare il titolo di dottore della Chiesa a san Tommaso d’Aquino ed ai quattro Padri della Chiesa d’Oriente: sant’Atanasio, san Basilio Magno , san Giovanni Crisostomo e san Gregorio Nazianzeno.

Fu audace difensore dei diritti giurisdizionali della Chiesa, arrivando a scontrarsi con Filippo II di Spagna e a prendere posizione durante le guerre di religione in Francia. In Inghilterra appoggiò la cattolica Maria Stuarda contro l’anglicana Elisabetta I , che scomunicò nel 1570 con la bolla Regnans in Excelsis.

Contro i musulmani e le mire turche promosse la «Lega Santa»  unendosi in alleanza con Genova, Venezia e Spagna. Le forze navali della Lega si scontrarono, il 7 ottobre 1571, con la flotta ottomana nella celebre battaglia  di Lepanto, riportando una memorabile vittoria, realizzata si dice recitando il Rosario, per ottenere l’aiuto divino. La vittoria venne celebrata il 7 ottobre del 1572 primo anniversario della vittoria di Lepanto istituendo la «Festa di Santa Maria della Vittoria», trasformata in seguito nella «Festa del Santissimo Rosario».

Autore: Franco Collodet

Sociologo e scrittore. Studi specialistici in Scienze Storico-Antropologiche delle Religioni. Master presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini. Esperto dei cammini religiosi in Europa e in Medio Oriente.