Oggi ricorre Sant’Angelo: nato a Gerusalemme il 2 marzo del 1185, Angelo nacque in una famiglia di ebrei, finché la madre, si convertì al Cristianesimo, e trasmise la sua fede cristiana anche ai due figli gemelli, che si battezzarono insieme. I due fratelli gemelli, alla morte dei genitori, decisero entrambi di farsi monaci sul Monte Carmelo, in Palestina.
L’Ordine del Carmelo
L’Ordine del Carmelo, è un ordine di tradizione cristiana fondata dal Profeta Elia, nel quale, fin dai secoli remoti, fioriva la devozione per la Madonna. Quest’Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo si poteva considerare come un punto d’unione tra la tradizione ebraica e la rivelazione cristiana. I due gemelli di Gerusalemme scelsero quindi il Carmelo come percorso di perfezione spirituale, mostrandosi fedeli alla loro nuova fede cristiana.
San Broccardo in quegli anni dava ai fedeli del Carmelo la Regola di vita da quel momento a venire, per poter espandersi anche in altri Paesi. Angelo appena divenne sacerdote cominciò a percorrere diverse regioni della Palestina, operando miracoli in ogni dove e lasciando memoria di sé.
Angelo e lo spirito missionario
Di ritorno sul Carmelo, il destino non lo fece rimanere lungo tempo in solitudine sul promontorio palestinese di fronte al mare. Difatti venne inviato a Roma per mostrare al Papa la Regola adottata da San Broccardo. Il Papa Onorio III, di fronte alla nuova Regola che trasformava la vita dell’ordina da contemplativa in mendicante, ne approvò lo spirito carmelitano. Lo stesso Papa pochi anni dopo avrebbe accettato anche la Regola di San Francesco. Angelo, una volta compiuta la sua missione a Roma venne inviato in Sicilia con il compito della predicazione.
Sull’isola il monaco Angelo, confrontandosi con gli eretici Patarini, ebbe duri contrasti. Le parole del predicatore carmelitano non facevano presa di fronte alla diffidenza radicata nel tessuto popolare. Per contrastare i Patarini San Domenico di Guzman aveva mandato predicatori armati di povertà e sapienza, tuttavia proprio da loro venne ucciso nei pressi di Milano.
Predicando nell’isola siciliana si spostò dalla città di Palermo a Cefalà Diana dove guarì alcuni lebbrosi. Nei pressi di Licata incontrò Berengario, un signorotto del luogo, reo dei rapporti incestuosi con una donna che Angelo riuscì a redimere dal peccato. Quest’ultimo fatto lo rese vittima dei sicari mandati dal signorotto siciliano che lo uccisero con cinque colpi di spada.
Le reliquie del santo vennero traslate nel 1656 nella chiesa a lui dedicata eretta dagli abitanti della città come gratitudine per la scampata epidemia di peste nel 1656. La Chiesa cattolica lo festeggia il giorno della sua morte, il 5 maggio. Il santo è patrono di Licata, Sant’Angelo Muxaro e di Osidda, in Sardegna, è molto venerato in tutta la Sicilia e nelle Province dell’Ordine Carmelitano.
Proprio quest’anno 2020 il mondo Carmelitano vive un grande momento di gioia, purtroppo in tempo di coronavirus. Difatti è stato istituito il Giubileo 2020 per ricordare l’Ottavo Centenario del Martirio di Sant’Angelo che vede coinvolti, l’Ordine, la Chiesa Agrigentina e le Città di Licata e di Sant’Angelo Muxaro.