Santa Giulia è nata a Cartagine, tuttavia poche sono le informazioni giunte fino ai giorni nostri. Le informazioni più attendibili sono quelle racchiuse nella Passio del VII secolo, descritta secoli più tardi. La sua vita è intrecciata di miti e leggende.
Giulia apparteneva ad una nobile famiglia aristocratica romana. Della vita di Giulia sono giunte fino a noi due ricerche storiche.
Prima ricerca storica
Dalle parole della Passio, Giulia era una nobildonna di Cartagine, che cadde in rovina diventando schiava. Venne comperata da un mercante siriano di nome Eusebio. Il mercante commerciava in ogni luogo del mediterraneo portandola sempre insieme a lui. Durante uno di questi viaggi, la nave di Eusebio affondò sulle coste della Corsica. Sull’ isola regnava un tiranno che si faceva chiamare ‘governatore’, dal nome Felice.
Distrutta la nave, i naufraghi fecero sacrifici agli dei per avere la loro clemenza. Giulia in quanto cristiana si rifiutò di unirsi a loro nei sacrifici agli dei. Il governatore dell’isola che aveva notato la bellezza della schiava chiese a Eusebio di poterla acquistare.
Il mercante rifiutando l’offerta del governatore si attirò tutta la sua collera. Quando la sera il mercante si ubriacò, il governatore si fece portare Giulia davanti a sé. Nell’ incontro le promise di restituirle la libertà se si fosse ricreduta, facendo sacrificio agli dei.
A questa proposta la donna avrebbe risposto: «Io sono già libera servendo Gesù Cristo mio Signore, mentre non potrei mai esserlo se servissi i vostri idoli pagani.»
Il tiranno provò a convincerla, ma seccato di ricevere l’ennesima risposta negativa, ordinò che il giorno dopo le venissero tagliati i capelli, che venisse flagellata ed infine crocifissa come Gesù.
La stessa notte si racconta che alcuni monaci che vivevano nella vicina isola di Gorgona vennero informati in sogno della sorte che spettava a Giulia. Il mattino presto s’imbarcarono per raggiungere il luogo del martirio.
Ad un centinaio di metri dalle coste della Corsica, scorsero la croce a cui la giovane cristiana era stata inchiodata mani e piedi. La donna era fissata alla croce, sopra la croce c’era un foglio con la scritta del martirio e il suo nome, Giulia. I monaci che recuperarono questa carta sopra il corpo della sventurata, notarono che vi era riportata una scritta “da mani angeliche”.
Il cadavere venne raccolto dai monaci e portato alla Gorgona, unto con oli aromatici e adagiato in un sepolcro.
Seconda ricerca storica
Dalle carte di un’antica tradizione, Giulia nacque a Nonza, un piccolo paese a nord ovest di Capo Corso, in Corsica, intorno al III secolo. Nei primi secoli le persecuzioni contro i cristiani erano spietate. Nel tentativo di risollevare le vecchie divinità pagane, l’Impero romano nel 303 organizzò grandi feste nelle quali tutto il popolo venne invitato a partecipare.
Anche Giulia partecipò ai festeggiamenti e quando le venne ordinato d’inchinarsi di fronte alla statua di Giove, la giovane si rifiutò ed andò a pregare davanti alla porta di una chiesa.
Il gesto fece infuriare gli astanti, che la obbligarono a rinnegare la fede cristiana. La giovane rispondendo con un netto rifiuto, venne condannata al martirio della croce.
Notando la pace e la serenità con la quale Giulia aveva appreso quella condanna, le strapparono i seni gettandoli su una roccia e la crocifissero. Sopra quella pietra il giorno stesso iniziò a zampillare una sorgente d’acqua calda. Nel luogo venne costruita una cappella visitabile ancora oggi a Nonza, di cui Santa Giulia è patrona.
Le reliquie di santa Giulia
Le reliquie di Santa Giulia furono prima custodite a Nonza. In epoca medievale vennero traslate dai monaci benedettini di Gorgona. La moglie del re dei Longobardi, nel 762 richiese che le reliquie della santa fossero portate da Gorgona nella città di Brescia. Nel 763 papa Paolo I, secondo alcuni, dedicò alla martire una chiesa nella città lomgobarda.
Oggi le reliquie della santa si trovano divise in diverse parti in tre città: a Nonza, a Livorno e a Brescia.
Santa Giulia è Patrona della Corsica e di Livorno.