La preghiera ci dà nobiltà, quando pecchiamo di incoerenza

di Pubblicato in Dal Vaticano, News


Durante la catechesi dell’ultima udienza generale, prima del riposo estivo di luglio, Papa Francesco ha parlato e portato delle riflessioni sulla preghiera e sul suo valore.

Il santo padre ha parlato di Davide, “il grande artefice della composizione dei salmi”, e di come anche lui fosse una figura combattuta, divisa tra l’essere “perseguitato e persecutore”, “santo e peccatore”, “vittima e carnefice”. Questi opposti sono spesso presenti in tutti gli uomini, perché “tutti gli uomini peccano spesso di incoerenza”, durante le difficili traversie della vita, ma in quella di Davide c’è un vero e proprio filo unificatore, che “dona unità a tutto ciò che accade: la sua preghiera”. Al di là di tutti i suoi aspetti Davide è un uomo di preghiera: non solo il Davide santo, la vittima, il perseguitato prega, ma anche il peccatore, il persecutore e perfino il Davide carnefice prega.

Nella preghiera Davide trova (e lo stesso vale per noi) la possibilità di elevarsi oltre i peccati di incoerenza, tornando verso la nobiltà d’animo, a cui l’uomo deve mirare. Come affermato da Papa Francesco “è nobile perché prega, è un carnefice che prega, si pente e la nobiltà torna dalla preghiera”. Una vera e propria esortazione alla preghiera in ogni circostanza, perché è in questo dialogo con Dio che possiamo trovare ogni cosa: la gioia come la colpa, l’amicizia quanto una malattia , l’amore come la sofferenza. Perché Lui è sempre pronto ad ascoltarci, come ci insegna Davide. Ed è Dio il vero compagno di cammino dell’uomo, e rimane al suo fianco durante tutti gli aspetti buoni o cattivi della sua vita, per questo non deve mai mancare il dialogo con Lui. Da questo viene la nobiltà della preghiera, dalla certezza che essa è il modo per assicurare la relazione con Dio, rimettendoci nelle sue mani.

La preghiera per Davide nasce dalla convinzione che la vita non è e non deve essere qualcosa che scivola addosso agli uomini, ma un qualcosa che provoca in noi sentimento, gratitudine, poesia ma anche lamento e supplica. Si tratta a di un vero e proprio mistero grande e stupefacente, che deve smuovere l’animo, perché se manca questa “poesia” l’animo umano zoppica. In questo la preghiera ci aiuta, a metterci in contatto con il Divino e quindi con la vita stessa.

Autore: Redazione