Santa Cristina, patrona di Gallipoli

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Il 24 luglio viene celebrata e ricordata Santa Cristina, patrona di Gallipoli insieme a San Sebastiano e Sant’Agata. Il culto e la devozione verso Santa Cristina si sono radicati negli ultimi 150 anni, cioè da quando fu pregata ed invocata affinché facesse terminare l’epidemia di colera che aveva colpito la città, causando centinaia di morti in pochi mesi. A lei fu anche dedicata quella che ad oggi è la più bella cappella della città: la chiesa di Santa Maria della Purità, costruita con l’aiuto dei devoti e posta nel centro storico.

Un’icona in cartapesta di Santa Cristina era stata costruita da un cartapestaio leccese tra il 1866 e il 1867, e raffigurava la santa legata ad un albero e trafitta da frecce, mentre un angelo le porge corona di santità e palma del martirio, e un cagnolino si trova ai piedi della donna. Riferendosi al miracolo operato dalla patrona, la tradizione popolare vuole che fu la sparizione del cagnolino dalla rappresentazione a segnare l’intervento di Santa Cristina per fermare l’epidemia: scomparso dal suo piedistallo quando la malattia si stava diffondendo a Gallipoli, ricomparve solo quando la pestilenza si fermò.

Era il 1867 quando la malattia infettiva colpì tutto il Salento con violenza, iniziando a mietere numerosi morti, ed avvicinandosi anche a Gallipoli. Il vescovo fu convinto dal parroco del paese della necessità di invocare il potere della santa per tenere scacciare la malattia e salvare il paese. Ad un anno di distanza dalla fine del colera, nel 23 luglio 1868, si tenne la prima processione in onore di Santa Cristina, segnando il radicarsi del suo culto in città.

Ancora oggi, nei giorni del 23, 24 e 25 luglio Santa Cristina viene ricordata con una suggestiva processione in suo onore, che percorre le vie cittadine e si affaccia al mare. Luminarie, spettacoli e bancarelle decorano il percorso, ma queste ultime si trovano soprattutto nell’area del mercatale, appositamente allestita per l’occasione, per accogliere fedeli e turisti. Una festa che unisce tanto l’aspetto religioso, quanto quello laico, mantenendo uno spirito comunitario di gioia e convivialità.

Autore: Redazione