Santa Veneranda (detta anche Venera) nacque in Gallia intorno al 100 d.C. e fu una vergine, devota, martire cristiana. Due sono le supposizioni sull’origine del suo particolare nome, quello della derivazione latina che le attribuisce il significato di “degna di venerazione”, o l’interpretazione che vuole il nome derivare da Venera, giornata dedicata a Venere, che porterebbe a ritenere il venerdì come suo giorno di nascita.
Figlia di genitori cristiani, nacque e crebbe nella provincia romana della Gallia, ricevendo un’ottima istruzione ed educazione. Si dedicò alla cura dei poveri, all’insegnamento e all’istruzione. Intorno ai 40 anni si recò a Roma, dove in seguito fu coinvolta nelle persecuzioni dei cristiani da parte dell’imperatore Antonino Pio. Il prefetto Asclepio la fece imprigionare e Santa Venerata subì stoicamente torture in diversi luoghi, fino a trovare la morte per decapitazione forse proprio a Roma, senza mai rinnegare la sua fede.
La ricorrenza della sua memoria cade secondo il Martirologio Romano il 14 novembre, anche se talvolta viene confusa o sovrapposta alla data in cui si venera Santa Parasceva, il 26 luglio secondo la Chiesa ortodossa orientale. Diverse sono le storie sulla sua morte e su cosa accadde ai suoi resti.
Ad Acireale, in provincia di Catania, città (come tante altre) di cui è patrona, si ritiene che Santa Veneranda sia nata proprio nel loro paese nell’anno 100 da genitori devoti, che le volevano assegnare il nome di Venere (Parasceve) in ricordo del giorno della sua nascita. Temendo però che si potesse confondere con l’omonima dea romana, optarono poi per Veneranda.
Santa Veneranda crebbe nei precetti cristiani e con forte spirito caritatevole, tanto che alla morte dei genitori, quando aveva appena 20 anni, donò tutti i suoi averi ai poveri. Si dedicò poi all’opera di evangelizzazione e conversione, che coinvolse anche nomi illustri. Infine dopo che altri avevano tentato di torturarla e piegarne la fede, incontrò la morte per decapitazione per volere di Asclepio, sempre ad Acireale, nel 26 luglio del 143. Il corpo venne poi trasportato da devoti cristiani ad Ascoli Piceno, fino al IV secolo, quando un 14 novembre il fedele sacerdote Antimo lo prese per trasferirlo a Roma.
Nel tardo medioevo gli abitanti di Acireale reclamarono le spoglie di Santa Veneranda, e nel 1642 le ebbero indietro, ed in seguito poste in quella che oggi è la Cattedrale di Acireale. Dal 21 gennaio 1651, fu introdotta in città la celebrazione della festa liturgica di Santa Venera, e tanto fu l’amore dei cittadini che reclamarono a gran voce di averla come patrona principale, che tale desiderio fu soddisfatto nel 1668. La festa liturgica solenne di Santa Venera (come qui viene in genere chiamata) ad Acireale, cade il 26 luglio, per ricordarne il martirio e la vita devota. Mentre ogni 14 novembre, si commemora in cattedrale, la traslazione delle reliquie da Ascoli a Roma.