San Bartolomeo apostolo

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San Bartolomeo

San Bartolomeo è stato uno dei dodici apostoli che risposero alla chiamata di Gesù e lo seguirono nella sua vita terrena. Le notizie che ci sono giunte riguardo San Bartolomeo vengono tutte dai vangeli. La sua data di nascita è incerta, ma si ritiene fosse originario di Cana in Galilea. Quando Filippo lo convinse ad incontrarsi con Gesù, questo disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Nonostante questo, Bartolomeo rimaneva scettico ma ben presto, ammettendo: “Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”.

Alla morte e resurrezione del Cristo, San Bartolomeo compare poi (negli Atti degli Apostoli) come uno dei dodici inviati dal Redentore, affinché si diffondesse la sua Parola. A questo punto le informazioni su di lui scompaiono quasi del tutto, anche se la tradizione lo vuole come missionario in diverse regioni del Medio Oriente. Anche la sua morte non è documentata, ma è di nuovo la tradizione a raccontare del suo martirio (intorno al 68 d.C.), scuoiato della pelle, per volere del re dei Medi in Siria o nell’Altopatene (le fonti discordano).

Le sue reliquie furono portate a Lipari nel 264, per essere poi prese di mira dagli arabi. Conobbero varie traversie per poi tornare a Lipari nel 546 e poi a Benevento nel 838, qui vennero custodite con grande sforzo e mai cedute. Quattro ricognizioni presero vita a Benevento:
– nel 1338, quando l’Arcivescovo Arnaldo da Brusaco le mostrò al popolo e singolarmente ai vescovi accorsi per il concilio provinciale. In seguito le ossa furono deposte un una prestigiosa cassa di bronzo dorato, ancora oggi custodita nel museo diocesano;
– nel 1698, dall’Arcivescovo Pietro Francesco Vincenzo Maria Orsini (in seguito Papa Benedetto XIII). Controllate da 23 vescovi, magistrati e a parte del popolo ammessa all’evento, per poi riporre le reliquie in nove ampolle, 8 da racchiudere in un’urna, 1 da lasciare per la venerazione pubblica;
– nel 1990, dall’Arcivescovo Carlo Minchiatti. Dopo la ricognizione sono stati posti in una teca di ottone argentato, sigillata, per donarla così all’adorazione dei fedeli;
– nel 2001, con la quarta ricognizione canonica da parte dell’Arcivescovo Serafino Sprovieri, che ne fece prelevare dei frammenti (dall’ampolla n. 4), per destinarli alla chiesa cattedrale di Lipari e alle sei parrocchie dell’Arcidiocesi di Benevento intitolate all’apostolo.

Il culto di San Bartolomeo si è diffuso nei secoli ed è tutt’ora ancora vivo in alcune comunità. In genere viene raffigurato con un mano un coltello, a causa del supplizio a cui fu condannato, che insieme alla pelle è uno dei simboli per lui più ricorrenti. Per lo stesso motivo è stato fatto patrono di diverse attività di artigiani che lavorano con coltelli o strumenti da taglio, come macellai, calzolai, cuoiai. Il suo santuario principale è la Basilica di San Bartolomeo a Benevento, e il 24 agosto è il giorno in cui viene ricordato e celebrato.

Autore: Redazione