Nata a Viterbo nel 9 luglio del 1233, Rosa mostrò fin da giovane l’intenzione di entrare nell’ordine della Clarisse, che si trovarono a dover rifiutare la sua richiesta, perché la ragazza appariva di salute cagionevole. Eppure una miracolosa guarigione cambiò lo stato di questa decisione, portandola ad entrare nel terz’ordine francescano.
Visse seguendo la spiritualità di San Francesco, impegnandosi soprattutto nella misericordiosa opera di riconciliazione tra persone e famiglie. Mostrò un carattere forte e deciso, nel predicare contro i catari, e difendendo il Papa nella lotta tra guelfi e ghibellini. Il podestà di Viterbo la esiliò insieme alla sua famiglia, ma Rosa non interruppe il suo predicare. Alla morte dell’imperatore Federico II, nemico del Papa, poté tornare a Viterbo, dove morì nel 6 marzo del 1251.
Nonostante sia da molti considerata una santa, Rosa non ha mai visto terminare il suo processo di canonizzazione, che iniziò l’anno seguente a quello della sua morte, per poi essere interrotto e ripreso solo nel 1457, sotto Papa Callisto III. Nemmeno in quell’occasione la Chiesa aggiunse ufficialmente Rosa alla schiera dei Santi (il processo non fu finalizzato), ma si spera che il processo di canonizzazione di questa donna trovi finalmente il suo buon esito durante il pontificato di Papa Francesco.
A discapito della mancata canonizzazione ufficiale, Santa Rosa ha sempre avuto un culto vivido e seguito tra il popolo. Ma anche i rappresentati della Chiesa gli hanno riconosciuto la sua importanza, basta pensare che lo stesso Papa Giovanni Paolo II, in un discorso del maggio 1984 l’ha descritta come un “modello per le ragazze e per le giovani” che le invita “a comprendere a fondo, nella loro vita, l’assoluto di Dio in una piena donazione d’amore al di là di ogni rispetto umano”. A Viterbo e dintorni si trovano facilmente raffigurazioni di Santa Rosa, in genere ritratta con gli abiti dell’ordine francescano ed una corona di rose posta sul capo.
Il momento della ricorrenza della sua memoria è stabilito al 4 settembre, giorno in cui viene celebrato l’anniversario della traslazione del corpo della santa, avvenuta nell’anno 1258, quando fu ritrovato intatto nella terra, privo di bara, e trasportato poi alla chiesa del monastero di San Damiano, dove oggi si trova il santuario dedicato a Santa Rosa. L’unica città di cui è patrona è la stessa Viterbo che le diede i natali, e che ogni anno organizza una festa in suo nome. Già dalla sera della vigilia (3 settembre), viene trasportata in spalla da cento Facchini la spettacolare Macchina di Santa Rosa, un artistico campanile sormontato dall’immagine della santa,composto per l’occasione, che viene rinnovato ogni 5 anni. La Macchina di Santa Rosa è alta ben 28 metri e pesa circa 50 quintali, ed il suo trasporto da vita ad un vero e proprio spettacolo processionale.