In occasione della celebrazioni giubilari per il terzo centenario della fondazione della Congregazione della Passione di Gesù Cristo, Papa Francesco ha inviato un messaggio ai suoi membri, ricordando che “Solo chi è crocifisso dall’amore, come lo è stato Gesù sulla croce, è capace di soccorrere i crocifissi della storia con parole e azioni efficaci”.
Il giorno in cui cadrà il Giubileo speciale indetto per il terzo centenario dalla fondazione è il 22 novembre. Il messaggio del papa è stato inviato alcuni giorni fa al reverendo padre Joachim Rego, portando parole di gioia e speranza, di cui il mondo sembra più che mai bisognoso. In questa ricorrenza, il santo padre ricorda la necessità di portare nel mondo l’infinito amore di Gesù. Il carisma della vita consacrata dei Passionisti scaturisce dal mistero trinitario, andando ad impreziosire la Chiesa, ma il papa ricorda che ciò deve essere fatto in aderenza “alle nuove esigenze”.
La Congregazione dei Passionisti prende questo nome dalla vocazione sulla quale si fonda ovvero quella di “vivere e annunciare la memoria della Passione di Cristo facendo del mistero pasquale il centro della vita”. A loro, Papa Francesco si è rivolto parlando di sfruttare la ricorrenza che si andrà a festeggiare per riflettere anche su come raggiungere “nuovi traguardi”. Oltre alla preghiera, che permette di bearsi della luce dello Spirito Santo, per rispondere alle “attese umane” si deve anche leggere i segni dei tempi.
La richiesta del santo padre è quella di “individuare nuovi stili di vita e nuove forme di linguaggio per annunciare l’amore del Crocifisso”, così che anche in questo mondo tanto diverso i Passionisti possano testimoniare “il cuore della loro identità”. Tali cambiamenti portano a mettere in discussione le correnti culturali e il loro valore nel mondo moderno. Per questo Francesco ricorda che “La natura e il cosmo, assoggettati al dolore e alla caducità dalle manipolazioni umane (cfr Rm 8,20)”.
Non bisogna però che tale cambiamento e caducità si rivelino degenerativi, per questo viene ricordata l’importanza dell’impegno missionario, che nel 47° e ultimo capitolo generale della Congregazione viene descritto come focalizzato in tre percorsi: gratitudine, profezia, speranza. E queste tre caratteristiche devono guidare la missione.
Queste le riflessioni del papa: “La gratitudine è l’esperienza che vive il passato nell’atteggiamento del Magnificat e cammina verso il futuro in atteggiamento eucaristico”. L’amore che ci è stato donato dalla croce deve quindi prolungare la memoria passionis nella storia. La profezia è invece il modo di “pensare e parlare nello Spirito”, possibile grazie ad una vita vissuta attraverso la preghiera, che permette di cogliere “i moti dello Spirito nell’intimo dei cuori e nell’intera creazione”. In questo modo si può trovare la via per rispondere ai bisogni del presente. La speranza è infine la convinzione e la fiducia che i Passionisti ripongono nel Padre celeste, e permette di vedere nel cambiamento, il seme che deve morire per dare un nuovo frutto.
Il messaggio del papa si conclude con l’augurio che la Congregazione dei Passionisti possa in futuro raccogliere le parole di San Paolo della Croce, suo fondatore, per “incendiare il mondo con l’attività missionaria”, derivante dall’amore di Dio. Ricordando che la missione è tanto “passione per Gesù”, ma soprattutto “passione per il suo popolo”.