Santa Barbara nacque nel 273 d.C. in Asia Minore, ma si trasferì ben presto in Sabina, con il padre Dioscuro, un pagano ricco, proprietario di diversi possedimenti in quella zona. Bellissima e molto ambita da diversi pretendenti, Barbara (che significa straniera) preferiva condurre una vita ritirata e dedicarsi allo studio. Si convertì al cristianesimo, cosa che fece infuriare il padre. Prima tentò di riportarla al paganesimo, ma in seguito alla sua reticenza la trascinò davanti al Giudice.
Nel tentativo di farle rinnegare la sua fede, Santa Barbara fu condannata a subire torture, ma si racconta che le verghe usate per percuoterla si trasformassero in piume e uscì indenne dalle fiamme che dovevano ustionarne le carni. Fu il padre a darle la morte per decapitazione, per essere subito dopo colpito da un fulmine. La storia della giovane martire è quindi anche una parabola della lotta tra paganesimo e cristianesimo, e della vittoria di quest’ultimo.
Il 4 dicembre è il giorno in cui si ricorda Santa Barbara, venerata sia dalla Chiesa Cattolica sia da quella Ortodossa. Patrona dei Vigili del Fuoco, del Genio militare e della Marina, è anche protettrice di architetti, geologi, minatori e montanari. Viene anche invocata per avere protezione dai fulmini o più in genere dal pericolo di morte improvvisa.
Sono molte le leggende e le tradizioni legate a Santa Barbara, il cui culto è diffuso tanto in Italia quanto nel resto del mondo. In queste storie la martire cristiana è sempre simbolo di fede, amore e della protezione dalle calamità. Altrettanto numerosi sono i proverbi e le preghiere che la vedono protagonista. Ad esempio, nella preghiera dei vigili del fuoco, troviamo le parole: “La nostra vita è il fuoco, la nostra fede è Dio per Santa Barbara Martire. E come non citare il proverbiale scongiuro: Santa Barbara benedetta, liberaci dal fuoco e dalla saetta! Il tema di essere “liberati dalla saetta” si ritrova in molti proverbi legati alla santa, come ad esempio nella celebre invocazione “Santa Barbara e Santa Elisabetta, liberateci da ogni fulmine e da ogni saetta.
L’usanza più conosciuta e tipica legata a questa giovane martire è chiamata rami di Santa Barbara. Si tratta di una tradizione legata all’antico passato contadino. Il 4 dicembre, si raccolgono rametti di alberi da frutto, e si lasciano riposare in acqua tiepida per una notte, vicino al presepe, se già allestito. Il giorno seguente, si dispongono i rametti in un vaso con acqua a temperatura ambiente, in un luogo luminoso. L’acqua andrà cambiata ogni 3-4 giorni, bagnando anche i rametti. In poco tempo, nei giorni intorno a Natale, dai rametti spunteranno le gemme. L’usanza dei rami di Santa Barbara è presente in diverse popolazioni, ed era un rito per augurare il matrimonio a una giovane nubile entro un anno o per ottenere un abbondante raccolto, nei successivi mesi primaverili ed estivi. Tali auspici si sarebbero avverati, in caso i rametti avessero fiorito prima di Natale.