Il 6 dicembre è il giorno in cui si ricorda e festeggia San Nicola, patrono di Bari. Santo venerato fin dall’antichità, vede consolidare il suo culto nel 1087, quando dei navigatori baresi si impossessarono dei resti di San Nicola, riportandoli a Bari. Due anni dopo, nel 1089, proprio in seguito a quell’evento, veniva eretto il duomo cittadino dedicato al santo, in cui ancora oggi sono custodite le spoglie di San Nicola.
Originario dell’Asia Minore, la storia di questo santo è costellata di eventi legati alla benevolenza verso i bambini e i bisognosi in generale. Subì l’esilio imposto da Diocleziano (poi revocato da Costantino) e fu vescovo di Myra. Dopo la sua morte, il culto che lo venerava si espanse in tutta Europa, dove ancora oggi è molto presente, in particolare in Italia, Germani e Austria.
Sono numerose le tradizioni legate a San Nicola, in particolare a Bari, culla delle più importanti manifestazioni religiose e civili. Basta pensare, che nel giorno di San Nicola, già dall’alba a Bari, le ragazze nubili si radunano per la fiaccolata nicolaiana, con cui chiedono aiuto al santo per trovare un fidanzato.
Ad esempio, legata alla storia del miracolo che vede San Nicola regalare tre mele a tre bambini poveri (i frutti si trasformarono durante la notte in pomi d’oro, che permisero ai fanciulli di sfamarsi per anni), in molte regioni si sfornano panini dedicati, che poi vengono benedetti. Alcune rappresentazioni di San Nicola lo vedono proprio tenere in mani i tre frutti, come richiamo a questa storia.
In questa veste di dispensatore di doni, San Nicola è anche colui che durante la notte porta dolci e biscotti e piccoli doni ai bambini. Un’usanza ancora viva sia al Sud che al Nord Italia. In cambio di questo suo operare, i bambini lasciano al santo qualcosa da bere e mangiare. Impossibile non notare la somiglianza tra questa antica tradizione e la figura di Babbo Natale, entrambi benevoli uomini dalla lunga barba bianca.