Molti sono gli artisti che si sono cimentati nel rappresentare la Conversione di Paolo. Ognuno di essi ha contribuito con la propria visione a quel particolare evento biblico che vede “Paolo folgorato sulla via di Damasco”, come si dice popolarmente. Tra gli artisti di certo più influenti troviamo Caravaggio, Raffaello e Michelangelo.
La Conversione di San Paolo (o di Saulo) di Caravaggio è un dipinto realizzato tra il 1600-1601. L’opera del pittore è oggi conservata nella Basilica di Santa Maria del Popolo (Roma), all’interno della Cappella Cerasi. Inizialmente, l’opera doveva essere diversa, ma cambiarono per volere del committente, monsignor Tiberio Cerasi, e al restringimento della cappella in fase di costruzione.
Nella scena si può ammirare la Conversione di Paolo, come descritta negli atti 26,12-18. Il santo si trova a cavallo sulla via di Damasco, quando l’apparizione di Gesù in un’accecante luce Divina lo sbalza di sella. Gesù non è rappresentato fisicamente, per una scelta del Caravaggio, che non voleva figure divinizzate nelle sue opere. Paolo viene raffigurato accecato dalla luce e nell’atto di allargare le braccia verso l’alto, in segno di comprensione e dedizione verso di Cristo. Il fondo nero, accentua la sensazione di “illuminazione” di cui viene investito Paolo.
Raffaello fu invece incaricato da Leone X della realizzazione dei cartoni preparatori per una serie di arazzi, e tra il 1515 e il 1519 si occupò anche di quello della Conversione di Saulo. Ancora oggi tale opera fa parte degli arazzi della Cappella Sistina, e si trova nella Pinacoteca Vaticana a Roma.
Anche in questo caso San Paolo viene folgorato dalla visione luminosa di Dio, mentre viaggia verso Damasco. Ma in questa rappresentazione ci sono molte più persone; i suoi compagni che accentuano il dinamismo della scena, accorrendo in suo soccorso. Qui Gesù è rappresentato circondato da angeli I due gruppi sono ben distinti, e il loro agire enfatizzato, creando un equilibrio studiato alla perfezione, che si contrappone alla frenesia spirituale del protagonista.
Dal genio di Michelangelo Buonarroti ci viene invece donato un affresco (eseguito tra il 1542 e il 1545), posto nella Cappella Paolina in Vaticano. Gli affreschi hanno subito molti restauri nel corso dei secoli, l’ultimo dei quali, di più grande portata, terminato nel 2009.
Il Paolo di Michelangelo è anziano e ha quasi le fattezze dello stesso artista, ormai avanti con l’età. In questo sembra volerci essere un messaggio dell’artista, come a dire che anche lui è stato toccato dalla grazia divina. Il santo si trova a terra, già caduto dal cavallo, accecato dalla luce divina da cui tenta di coprirsi e circondato da angeli, mentre un uomo lo aiuta a rialzarsi. Gli angeli sono divisi in due gruppi simmetrici, divisi dalla figura divina. L’immagine crea un vero e proprio movimento a vortice, simile a quello del Giudizio Universale. L’evento tramuterà Paolo (in quel momento atterrito) da persecutore di cristiani in portatore di fede e apostolo delle genti.