Il 12 febbraio 1931 veniva inaugurata Radio Vaticana. Questa prolifica emittente ha lavorato da allora per portare la voce del Papa e della Chiesa nelle case dei fedeli. L’allora neonato Stato della Città del Vaticano (fondato nel 1929 in seguito ai patti Lateranensi) inaugurava l’emittente pontificia con una presentazione di Guglielmo Marconi, inventore della radio. Queste sue parole furono le prime trasmesse: “Ho l’altissimo onore di annunciare che fra pochi istanti il Sommo Pontefice Pio XI inaugurerà la stazione Radio dello Stato della Città del Vaticano”.
Papa Pio XI prende quindi la parola, manifestando l’entusiasmo per quella grande opportunità: “Essendo, per arcano disegno di Dio, Successori del Principe degli Apostoli, di coloro cioè la cui dottrina e predicazione per divino comando è destinata a tutte le genti e ad ogni creatura (Mt., 28, 19; Mc., 16, 15), e potendo pei primi valerci da questo luogo della mirabile invenzione marconiana, ci rivolgiamo primieramente a tutte le cose e a tutti gli uomini, loro dicendo, qui e in seguito, con le parole stesse della Sacra Scrittura: Udite, o cieli, quello che sto per dire, ascolti la terra le parole della mia bocca (Deut., 32, 1)”.
Nei decenni trascorsi, Radio Vaticana si è distinta per la passione e la dedizione con cui ha servito il popolo cristiana, con onde corte, medie e modulazione di frequenza. Nel 1961, per i trent’anni di Radio Vaticana, San Giovanni XXIII si riferiva all’emittente definendola un’opera “istituita con lungimirante saggezza” in grado di essere “al servizio del pensiero e della voce del Papa, per diffonderne gli echi con tempestiva celerità ed efficacia”. Per l’allora pontefice si trattava di un importante “strumento di diffusione del magistero pontificio”.
Ancora oggi, nonostante l’affermarsi sempre più preponderante delle moderne tecnologie che hanno cambiato e continuano a cambiare il modo di raggiungere le informazioni, quelle parole sono ancora vere. Uno strumento di unione e fratellanza, quindi, in grado di portare calore anche a quelle persone che oggi si trovano isolate a causa delle restrizioni sanitarie, necessarie alla salvaguardia della salute pubblica. La pandemia di coronavirus ha portato l’emittente verso nuove strade, nel tentativo di creare rete e mettere in contatto le persone, raccontando le buone esperienze creative nate in questo periodo.
Oggi sono numerosi i redattori e tecnici che lavorano quotidianamente per l’emittente, per trasmettere il messaggio del Successore di Pietro e i racconti di vita della Chiesa nel Mondo. Il tutto traducendolo in numerose lingue, al servizio di varie culture, senza dover tenere in considerazione audience, like, né autoproclamazione. Come disse Papa Francesco nel Dicastero per la Comunicazione, del settembre 2019: “Come dovrà essere, la comunicazione? Una delle cose che voi non dovete fare, è pubblicità… Non dovete fare come fanno le imprese umane che cercano di avere più gente… Io vorrei che la nostra comunicazione sia cristiana e non un fattore di proselitismo”.
E questo è quello che fa ancora oggi Radio Vaticana.