Papa Francesco: è giusto avere dubbi nella propria fede

di Pubblicato in Dal Vaticano, News


Durante un’intervista a Papa Francesco, fatta da Don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova, il santo padre ha avuto modo di discutere del valore del “dubbio nella fede”.

Partendo dal presupposto che le persone sono quasi tutte un misto di vizi e virtù, perché pur esistendo degli individui virtuosi e altri viziosi, la maggioranza mostra luci e ombre. Magari “bravi in una virtù ma hanno qualche debolezza. Perché siamo tutti vulnerabili”.
E questa vulnerabilità, è una vulnerabilità esistenziale, e “dobbiamo prenderla sul serio”. Nel farlo, possiamo permetterle di guidarci nel cammino della nostra vita.

Una particolare elogio viene fatto dal santo padre alla prudenza. La prudenza è infatti una virtù che dovrebbe accompagnarci in ogni aspetto della vita. Perché la prudenza è legata al governo, anche al governo di se stessi. Senza prudenza infatti si finisce per prendere brutte decisioni, a farsi guidare dalle naturali passioni, che non sempre sono un bene per se stessi o per la comunità. Riflessione, preghiera ed empatia sono le doti necessarie per “avere prudenza”, e muoversi nella giusta direzione.

Siamo quindi esseri imperfetti, che devono di certo lavorare per potersi migliorare. Ed è in questo contesto che il dubbio non solo non è un ostacolo per la fede, ma anche uno strumento che può renderla più solida.  Papa Francesco non ha dubbi nell’affermare che “una fede senza dubbi non va”. Lo stesso Gesù nell’Orto degli ulivi dice “Perché mi hai abbandonato?”. Uomini, donne e santi hanno sperimentato il pensiero d’essere stati abbandonati da Dio; un’esperienza ancora oggi molto comune, ma che non deve far perdere la fede.

Questo è il dono della fede, provare il dubbio, ma superarlo per rafforzare la propria credenza. Avere una crisi nella propria fede non è una mancanza verso la fede stessa, anzi, passare attraverso questi stati d’animo è formativo per il cristiano. Un’esperienza senza la quale, per il santo padre, “il cristiano è mancante di qualcosa”. Perché nell’atto di dubitare, di provare quella sorta di abbandono, si rivela in realtà il desiderio di conoscere in maniera ancora più approfondita quello che è il mistero di Dio. Un cristiano che non sperimenta tutto ciò, rischia di essere un cristiano “che si accontenta”, troppo sicuro di sé e della strada intrapresa, da poter ignorare i rischi che questo comporta.

Autore: Redazione