La Pentecoste è una delle più importanti feste cattoliche, anche se spesso non gli viene tributato il giusto riconoscimento. Si tratta di una festa mobile, che cade 50 giorni dopo la Pasqua (infatti, deriva dal greco, con il significato di “cinquantesimo giorno”).
L’evento che viene ricordato è la discesa dello Spirito Santo sui discepoli, chiaro simbolo della discesa del divino che scese sulla Chiesa di Dio, dopo la resurrezione di Cristo. Anticamente, la Pentecoste coincideva anche con il periodo della mietitura in cui si ringraziava Dio per i doni della Terra.
Lo Spirito Santo rappresenta la terza parte della divina Trinità, e raffigura l’amore universale, per questo non ha figura fisica, ma spesso viene raffigurato come una fiamma o una colomba. In Italia, sono ancora vive numerose tradizioni legate alla Pentecoste; tra le feste più simboliche troviamo quelle di Roma e Gangi.
A Roma, in questo giorno di festa, si può assistere alla tradizionale pioggia di petali di rosa. I petali sono sempre rossi (ben distinti da quelli bianchi, usati per celebrare il mese mariano) e vengono lasciati cadere sui fedeli, dall’occhio centrale della cupola. L’usanza di far cadere petali dall’alto delle chiese è antica, e simboleggia appunto la discesa dello Spirito Santo. Tanto per il colore dei petali, quanto per i paramenti sacri indossati dai sacerdoti durante la funzione liturgica, spesso la Pentecoste viene anche chiamata “Pasqua rossa”.
L’altra festa a celebrazione della Pentecoste degna di menzione, tra le molte del nostro paese è quella di Gangi, in Sicilia. Durante il lunedì, una sacra processione fa sfilare per le vie cittadine ben 40 statue di santi. La solenne processione giunge fino alla Chiesa dello Spirito Santo, dove ad ogni statua viene fatta percorrere la piazza per tre volte, correndo: il tutto a simboleggiare la trinità e la velocità con cui si risponde alla chiamata dello Spirito Santo. Tale usanza viene chiamata dei “cursi” o “miraculi”.
Questi sono solo due tra i più particolari esempi, di come le antiche tradizioni (a volte riviste, in parte) vengano tramandate fino ai nostri giorni, senza perdere mai del proprio significato e della simbologia, che ne definisce l’essenza stessa.