Sono stati 70 i paesi a sostenere la candidatura della Santa Sede come Stato non-Membro Osservatore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). La decisione è stata presa durante la 74° sessione, attraverso la risoluzione “Participation of the Holy See in the World Health Organization”. Un importante riconoscimento dell’impegno della Chiesa Cattolica, da sempre impegnata nell’aiutare i più bisognosi di ogni parte del mondo.
La decisione di formalizzare la Santa Sede come Stato non-Membro Osservatore è un solido messaggio di come l’Oms ritenga importante affrontare le sfide e problematiche legate alla salute dell’umanità, anche attraverso la solidarietà internazionale e il dialogo. Una presenza ispirante, che “riflette il rapporto che la Santa Sede intrattiene in modo continuo con questa Organizzazione, sin dal 1953”, come si legge in un comunicato stampa della stessa Santa Sede. Fu dietro specifici inviti del Direttore Generale dell’OMS che la Santa Sede iniziò a partecipare alle Sessioni dell’Assemblea Mondiale della Sanità come Osservatore “ad casum”. In seguito, fu fatta partecipare (sempre dietro invito) anche a riunioni degli organi direttivi dell’Organizzazione, sviluppando un ottimo rapporto di collaborazione.
L’Italia è stata la promotrice della risoluzione “Participation of the Holy See in the World Health Organization”, accettata poi grazie al consenso di ben 71 Paesi: Albania, Algeria, Andorra, Angola, Arabia Saudita, Argentina, Armenia, Austria, Bahrain, Bangladesh, Belgio, Botswana, Brasile, Bulgaria, Capo Verde, Cile, Colombia, Costa Rica, Croazia, Cipro, Ecuador, Egitto, El Salvador, Emirati Arabi Uniti, Eswatini, Filippine, Georgia, Germania, Giappone, Grecia, Guatemala, Haiti, India, Indonesia, Irlanda, Italia, Kenya, Kuwait, Lettonia, Libano, Lituania, Madagascar, Malta, Marocco, Monaco, Montenegro, Mozambico, Namibia, Nicaragua, Oman, Pakistan, Panama, Peru, Polonia, Portogallo, Qatar, Repubblica Ceca, Repubblica Domenicana, Repubblica di Corea, Romania, San Marino, Senegal, Sierra Leone, Singapore, Slovacchia, Slovenia, Sud Africa, Sri Lanka, Turkmenistan, Ucraina, Ungheria, Vanuatu.
Con questo riconoscimento formale, la Chiesa Cattolica conferma il ruolo di benefattrice a livello mondiale, verso i più bisognosi, in campo umanitario e sanitario, continuando ad ispirare con il suo spirito solidale.