A Polignano, ancora oggi è molto viva la devozione per San Vito Martire, patrono della città. Nato nel 288, a Mazara del Vallo (Sicilia), si ritrovò presto orfano di madre. Il padre, un ricco pagano, lo affidò ad una nutrice del luogo, Crescenzia. Le donna era una devota cristiana e così il marito Modesto, per questo decisero di far battezzare il bambino, nascondendolo al padre.
Seppur giovanissimo, la fede cristiana crebbe forte in lui e quando il padre se ne accorse provò di tutto per sradicarla, negli anni, arrivando infine a denunciare il proprio figlio a Valeriano. Il giovane fu imprigionato e torturato, ma non abiurò la propria fede. Timorosi per quanto stava avvenendo, Crescenza e Modesto trovarono il modo di fuggire con Vito, giungendo fino a Capo Egitarso (oggi Capo San Vito).
Già da allora, iniziano le voci sui miracoli e sui poteri taumaturgici di San Vito. Nonostante fosse un noto persecutore di cristiani, anche Diocleziano cercò aiuto dal santo guaritore, a cui chiese di guarire il proprio figlio affetto da un male chiamato Corea (malattia nota per gli spasmi e tremori), che poi prenderà il nome popolare di “Ballo di San Vito”. Nonostante l’operato di San Vito portò alla guarigione del figlio, Diocleziano ne ordinò la cattura. Anche Crescenzia e Modesto finirono imprigionati, e sottoposti a torture insieme a San Vito affinché rigettassero la fede cristiana. Nessuno di loro cedette, e finirono per morire martiri il 15 giugno del 303, dopo essere stati sottoposti a una terribile tortura che ne frantumò i corpi, chiamata “catasta”.
Il culto di San Vito a Polignano giunge in seguito, ed è legato alla storia di Fiorenza, una pia principessa di Salerno, che finì in balia di una tempesta mentre navigava sul fiume Sele. Fu San Vito a giungere in suo soccorso, chiedendo alla principessa che lui e i suoi compagni potessero essere seppelliti in un “locus marianus”. Fiorenza recuperò le reliquie del santo, e si impegnò a trovare tale luogo misterioso, senza però riuscire a rintracciarlo con le prime ricerche in cui impegnò anche i suoi uomini. In seguito, San Vito intervenne di nuovo per salvare suo fratello da un brutto male, porgendole di nuovo la propria richiesta. Questa volta, Fiorenza venne a sapere che tale “locus marianus” sorgeva presso il Castrum Polymnianense (l’attuale Polignano) in Puglia. La principessa navigò fino al luogo designato, dove fece costruire una maestosa chiesa in onore dei santi martiri, che poi donò ai frati benedettini, affinché se ne prendessero cura.
Diffuso in quasi tutto il mondo, il culto di San Vito ha una forte presenza soprattutto in Italia e in Europa. Il suo essere riconosciuto come protettore dei ballerini, probabilmente è dovuto alla tradizione che vede le sue doti taumaturgiche in grado di curare molti malati di Corea. Insieme ai compagni, viene spesso contraddistinto dalla palma, simbolo del martirio. A Polignano, la festa in suo onore si estende per 3 giorni, dal 14 al 16 giugno, ed è caratterizzata da una storica processione.