La revisione delle sanzioni penali nella Chiesa, è un processo avviato nel 2007, da Benedetto XVI. Un lavoro lungo e complesso che ha portato Conferenze episcopali, esperti di Diritto canonico di tutto il mondo, superiori maggiori di istituti religiosi e Dicasteri della Curia Romana ad impegnarsi “in spirito di collegialità e cooperazione”, usando le parole dell’allora pontefice.
Il risultato di tale lavoro è giunto poi a Papa Francesco nel 2020, a febbraio.
All’inizio di giugno di quest’anno, infine, il santo padre ha ufficializzato i cambiamenti portati alle sanzioni penali, con la Costituzione Apostolica “Pascite Gregem Dei”, con cui ha modificato il Libro VI del Codice di Diritto Canonico. I cambiamenti si sono resi necessari, per rendere il testo più agile e veloce da utilizzare, e per l’opportunità di inserire nuove figure delittuose. Il tutto, stando quanto ha riferito Papa Francesco “per evitare più gravi mali e lenire le ferite provocate dall’umana debolezza”.
Sono i Vescovi ad essere i responsabili dell’osservanza delle regole di condotta all’interno della Chiesa, che nei secoli sono risultate utili per unire il Popolo di Dio, ricordando come sia compito di un Padre, anche nella sua carità e misericordia, di “raddrizzare ciò che talvolta diventa storto”.
La carità cristiana è quindi alla base del regole che la muovono, sia per tutelare le eventuali vittime, la comunità tutta, ma anche il trasgressore, che a sua volta può necessitare di una certa misericordia, nel suo processo di ammenda. Non viene negato che “In passato, ha causato molti danni la mancata percezione dell’intimo rapporto esistente nella Chiesa tra l’esercizio della carità e il ricorso alla disciplina sanzionatoria” (quando richiesta e necessaria). Tale mancanza di chiarezza e percezione ha portato spesso alla “confusione tra i fedeli” e “creando in molti casi scandalo”. Allo stesso tempo ammette che un Pastore che risultasse negligente nel ricorre al sistema penale, mostrerebbe quanto egli “non adempie rettamente e fedelmente la sua funzione”. Il ripristino delle esigenze della giustizia, l’emendamento del reo e la riparazione degli scandali sono i tre fini alla base del sistema penale della comunità ecclesiastica. E proprio la carità cristiana esige che i Pastori vi facciano ricorso senza remore ogni volta che risulti necessario. La Costituzione Apostolica “Pascite Gregem Dei” inizia infatti con le parole di Pietro apostolo “Pascete il gregge di Dio, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio” (cfr. 1 Pt 5, 2).
Nel testo si trovano modifiche di vario genere e sanzioni espresse per alcune nuove figure delittuose. Il grosso delle modifiche riguarda gli aspetti fondamentali del diritto penale, come ad esempio “il diritto di difesa, la prescrizione dell’azione penale, una più precisa determinazione delle pene”, portando allo sviluppo di criteri oggettivi da seguire per giungere alla sanzione più appropriata, soprattutto nei casi di delitti maggiori in grado di danneggiare la comunità
Il nuovo testo entrerà definitivamente in vigore dall’8 dicembre 2021.