San Cetteo viene festeggiato a Pescara in due date, la prima domenica del mese di luglio e il 10 ottobre.
Cetteo, detto anche Ceteo o il Pellegrino, fu vescovo di Amiterno in Sabina (oggi San Vittorino, nei pressi dell’Aquila) ed eletto attorno al 590 sotto il pontificato di papa Gregorio I.
Secondo quanto appreso dalla leggenda il Santo fu ingiustamente accusato di tradimento della propria città nel periodo della discesa dei longobardi in Italia, infatti il Santo, per non assistere alle loro depredazioni, si rifugiò a Roma. Per questo motivo fu martirizzato e annegato. Il corpo fu gettato nel fiume Aterno con una mola di pietra legata al collo il 13 giugno 597. Santo Cetteo é considerato il protettore della città di Pescara (e dell’arcidiocesi di Pescara-Penne) perché il suo cadavere, trasportato dalla corrente, arrivò fino alla foce del fiume nelle vicinanze della città. Lì gli abitanti lo raccolsero per poi deporlo in quella che, secoli dopo, diventò la Cattedrale di San Cetteo. Le reliquie del martire sono state custodite per anni a Chieti e restituite a Pescara in occasione della Dedicazione della Chiesa al Patrono, il giorno 1° settembre 1977.
La cattedrale di S. Cetteo V. e M., sorge su Viale G D’Annunzio, decentrata rispetto al centro abitato di oggi, ma fulcro di quello che fu centro urbano fino alla fine dell’800. Edificata negli anni 1933-1934 per sostituire la modestissima chiesa del SS. Sacramento, che fino a quella data fu l’unica parrocchiale della città. Venne così deciso, a causa di eventi sfavorevoli, di demolire invece che di restaurare, l’adiacente e antica chiesa di S. Cetteo, (già S. Gerusalemme).
La nuova chiesa di S. Cetteo voluta e costruita grazie all’interessamento di Gabriele D’Annunzio, come chiesa parrocchiale e Tempio della Conciliazione. Nobilitata nel 1949 a Cattedrale della Diocesi di Penne-Pescara che successivamente fu elevata ad arcidiocesi metropolitana col titolo cambiato di Pescara-Penne.
La Cattedrale a opera dell’architetto romano Cesare Bazzani, seppur con linee classicheggianti, richiama il romanico abruzzese; la facciata in pietra bianca, a coronamento orizzontale, è scandita in tre ordini da lesene e fiancheggiata ai due lati dal campanile e dal battistero. L’interno è a pianta basilicale a tre navate divise da colonne marmoree; un abside conclude quella centrale e il transetto sopraelevato termina ai lati in due cappelle: a destra quella intitolata al Santo Patrono, a sinistra quella funeraria di Luisa De Benedictis madre di D’Annunzio.Quest’ultima cappella semplice e austera, è illuminata da una grande finestra chiusa da lastre di alabastro. La navata centrale è ricoperta a cassettoni in finto legno scuro e le navate laterali sono coperte con volte a crociera; lungo le pareti laterali del tempio si aprono nicchie al cui centro vi sono ampie finestre decorate da artistiche vetrate policrome sulle quali sono rappresentati episodi del Vangelo.