Oggi, 6 marzo, ricorre la nascita di Michelangelo Buonarroti, grandissimo artista poliedrico. Possiamo considerare irripetibile l’esperienza di Michelangelo: forse il più grande scultore che il mondo ricorda, con la sua arte ha segnato uno spartiacque fondamentale, tanti artisti dopo di lui hanno cercato di imitarlo, e il suo estro continua a fornire spunti e suggestioni a secoli di distanza. Ebbe una vita insolitamente lunga per la media del periodo, dato che visse ottantanove anni: una vita estremamente intensa, passata attraverso stagioni ed esperienze diverse.
Tra le molteplici opere che l’artista ci ha lasciato in eredità, vogliamo ricordare una statua che raffigura la Madonna col bambino, ovvero La Madonna di Bruges.
Dopo il successo riscosso da Michelangelo per la Pietà vaticana, gli venne commissionata dai fiamminghi Mouscron una Madonna con Bambino per la cappella di famiglia a Bruges.
Questa scultura, non più alta di 130 centimetri fu cavata nel marmo, nei primissimi anni del Cinquecento, da un giovane Michelangelo appena rientrato da Roma a Firenze, dove altri importanti interlocutori, i consoli dell’Arte della Lana e gli Operai del Duomo, gli avevano commissionato un’opera per la cattedrale di Santa Maria del Fiore: il re David. Nonostante l’impegno che, notoriamente, questo blocco di marmo pretese da parte dell’artista, Michelangelo non rifiutò la richiesta di ricchi mercanti di tessuti, i fiamminghi Mouscron, che desideravano una Madonna con Bambino per la cappella di famiglia a Bruges. Il compenso sarebbe stato straordinariamente alto, ovvero: 4.000 fiorini.
Questa scultura ha una potenza espressiva eccezionale, l’ elaborato panneggio che l’avvolge le conferisce, nell’ellissi che descrive, una certa monumentalità. Appare assisa su un trono, tradizionalmente identificato quale Sedes Sapientiae, ovvero quella Sapienza cui rimanda anche il libro che tiene tra le mani.
A differenza delle molteplici statue dove la Madonna tiene in braccio il bambino, qui Maria lo tiene accanto a sé, rivela di conoscere il contenuto profetico delle Sacre Scritture. I suoi occhi non sono posati sul figlio e il suo bellissimo e giovane viso è fissato in un’espressione assorta, talmente pensierosa da sfuggire lo sguardo di noi spettatori.
Il bambin Gesù non è in fasce, ma già cresciuto, è stretto tra le ginocchia di Maria, quasi uscisse dal suo grembo, pronto a compiere i primi passi. È il moto in avanti del Bambino, la postura dei Suoi piedini, che conferisce dinamismo a questa scultura.
Consapevoli entrambi del ruolo a loro destinato, che unicamente si può accettare dentro un rapporto di amore, filiale e divino, che il genio di Michelangelo restituisce visibilmente a noi attraverso il semplice intreccio delle loro mani.