Per Tropea il 27 marzo è un giorno molto importante, perché viene celebrata la patrona della città, ovvero Maria SS. Di Romania.
L’icona che la raffigura ha una storia curiosa che la raffigura e miracolosa.
Dentro le mura della cattedrale normanna di Tropea è custodito un quadro molto antico, giunto nella cittadina in epoca remota. L’effige raffigura la patrona della città: la Madonna di Romania (da Romània nome con cui si identificavano le terre conquistate dai Romani, in particolar modo la parte orientale dell’impero) oggetto che la popolazione venera con grande fede.
Secondo fonti storiche, il quadro sarebbe giunto per via marittima a bordo di una nave che, impossibilitata a ripartire, avrebbe consegnato l’icona al vescovo locale. E’ probabile però che l’arrivo del dipinto sia da attribuire “all’iconoclastia”, un movimento sorto nell’oriente romano nell’VIII sec. d.C. per combattere l’idolatria delle immagini sacre.
Molti sono i miracoli che vengono attribuiti alla Madonna nel corso degli anni, quali protezioni da pestilenze, carestie, terremoti e altre calamità. L’episodio più famoso riporta ancora oggi delle testimonianze tangibili.
Siamo nel cuore della Seconda Guerra Mondiale, luglio 1943, mentre si va verso la capitolazione fascista, in Sicilia sono sbarcate da pochi giorni le truppe alleate e anche le coste calabresi sono in piena battaglia, scontri sanguinari e cruenti che non risparmiano nessuno, aumentano i bombardamenti per mettere in fuga i tedeschi e le abitazioni civili si rivelano bersaglio facile di tutte le bombe lanciate senza un attimo di tregua.
Il 24 luglio, a metà pomeriggio, un gruppetto di bambini gioca spensierato in un piccolo giardino nel cuore del paese, nel mentre una formazione aerea sorvola la città ad alta quota.
In tutta velocità un mezzo si stacca dal gruppo per abbassarsi di quota e bombardare i bambini innocenti. I bimbi, pieni di terrore si immobilizzano e stanno a guardare le bombe che cadono toccando il terreno del giardino; accade però un fatto strabiliante e miracoloso, le bombe non scoppiano. Rimangono infilzate all’interno del terreno arido per la calura estiva.
Tutti gridano immediatamente al miracolo e vengono convocati il vescovo, il clero e e tutta la popolazione adorante che invoca il nome della Madonna di Romania. Gli ordigni vengono così analizzati e si accerta il loro perfetto funzionamento, dando adito ulteriormente alla teoria del miracolo e rafforzando la fede verso la misteriosa effige della Madonna.
Le bombe inesplose vengono conservate e oggi, due dei sei ordigni, sono collocati all’interno della Cattedrale di Tropea, ai lati dell’ingresso della navata centrale, proprio a testimonianza della potenza spirituale e della magnanimità dell’antica patrona della città.