Il 10 ottobre si festeggia San Cetteo, Patrono di Pescara e dell’arcidiocesi di Pescara-Penne.
Viene ricordato in due date, ad ottobre e nella prima domenica di luglio.
San Cetteo detto anche il Pellegrino, visse alla fine del 500 d.C., arrivò a “Piscaria” dalla Spalato, ancora in giovane età. Cetteo era molto acculturato, sapeva leggere e scrivere. Andò a rifugiarsi nella chiesa dedicata ai Santi dei Santi Leguziano e Domiziano. Inizialmente fu addetto alle pulizie del luogo di culto, ma poi, venne apprezzato per le sue capacità, infatti iniziò a servire messa e a rendersi sempre più indispensabile agli occhi di tutti, al punto di essere nominato vescovo e comandante del forte di Piscaria. Venne eletto nel 590 sotto il pontificato di papa Gregorio I.
All’epoca Pescara era sotto sotto assedio dei Longobardi, e Cetteo si rifugiò a Roma. I Longobardi lo richiamarono indietro, lui si consegnò a loro con la promessa di riservare a tutti gli abitanti un trattamento umanitario. Successe però che venne tradito, infatti Umblone, un capo longobardo, lo accusò di tradimento e venne condannato a morte. Fu ucciso il 13 giugno 597, gli fu attaccato un cappio al collo con un macigno e fu gettato nel fiume Aterno. Il corpo venne recuperato alla foce del fiume, oggi Pescara, e così nacque la sua leggenda, di Santo difensore e martire della città.
Le sue reliquie, per secoli, furono custodite nella Cattedrale di Chieti, per poi essere restituite a Pescara in occasione della Dedicazione della Chiesa al Patrono, il 1 settembre 1977, sistemate in un urna di argento, sotto l’altare maggiore della Cattedrale. L’urna in seguito però venne rubata.
San Cetteo, nostro patrono, invochiamo la tua protezione sull’Arcidiocesi e sulla città di Pescara.
Per festeggiare questo giorno preghiamo insieme il Santo:
Tu che, ad imitazione di Gesù, hai dato la vita per i fratelli, aiutaci a ricercare il vero senso della vita nel servizio al prossimo.
Pastore buono, che hai dato prova della fede fino al martirio, aiutaci a testimoniare con coraggio la nostra fede.
Fa’ che nel colloquio con Dio sappiamo portare i problemi del mondo contemporaneo, spesso disorientato perché non accoglie la sua parola.
Allontana da noi la tentazione e il peccato.
Proteggi le famiglie, gli anziani e in particolare i giovani e i bambini chiamati a vivere tra le insidie della droga, dell’alcolismo, della corruzione e della superstizione.
Rafforzaci nella fede, sostienici nella speranza, guidaci nella carità. Amen.
Abate G. NATOLI Imprimatur Mons. V. Amadio Vic. Gen.